Solitudine C'è vita forse al di là di queste quattro pareti assediate da larghi viali di città che non hanno anima nè pensieri ma solo ombre che s'incontrano senza vedersi. Una sirena nella notte lacera il silenzio.
venerdì 30 dicembre 2016
archivio e pensamenti: LE NEVIERE DI RACALMUTO. IERI. OGGI. E DOMANI? Con...
archivio e pensamenti: LE NEVIERE DI RACALMUTO. IERI. OGGI. E DOMANI? Con...: Ieri http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/12/la-neve-il-sindaco-e-il-medico.html Oggi "L...
sabato 24 dicembre 2016
archivio e pensamenti: ...LE LASTRE DI MARMO SI RIALZERANNO. Monumento ai...
archivio e pensamenti: ...LE LASTRE DI MARMO SI RIALZERANNO. Monumento ai...: Nni la notti na lanterna s’arrimina di luntanu. Deci, cientu citaleni Vannu muti in prucissioni. Nun c’è santu di prigari ...
martedì 13 dicembre 2016
Da qui
Dai balconi di questa casa
che mi mostrano panorami
nuovi e diversi
da quelli che il ricordo
ha stampato nella memoria
da questi orizzonti
che disegnano montagne
alte a toccare il cielo
la nostalgia come febbre non curata
mi ritorna alle tue valli profonde
che si perdono lontano.
In fondo
nel mezzo del ferro di cavallo
che disegnano i monti
ci si aspetta di trovare il mare
che non c'è.
La nostalgia mi ritorna
al dirupo La Guardia
e al monta Sant'Anna
allegoria di monte
ed ai campi tinti di giallo
più oscuro meno oscuro
secondo le stagioni.
Da qui
da cui lo sguardo volgo
a cercare confini a questo mare
che molle adagia onde su onde
sulla spiaggia deserta nelle sere d'estate
ma che nasconde profondità di baratro
il ricordo mi prende.
Rivedo le tue case bianche
dai tetti bassi che filtrano la luce
come la lampada accanto ai lettini
accesa la notte per fugare
la paura delle tenebri ai bambini
ed un nodo mi prende alla gola.
Da qui
ove la vita mi ha condotto
intento com'ero ad inseguire sogni
di te mi ricordo e degli affetti che custodivi
dei sogni e delle speranze che ricucivo
come un vecchio mantello
vecchio e stinto nei colori e liso
ma che cedeva da tutte le parti.
Da " All'alba tra i fiori di papavero" di calogero restivo
Edizioni Akkuaria Catania
sabato 10 dicembre 2016
Trasparenze: Emily Dickinson, Il mare e altre solitudini
Trasparenze: Emily Dickinson, Il mare e altre solitudini: Fra il mio Paese - e gli Altri - Esiste un Mare - Ma - tra noi - i Fiori Son come Ambasciatori. C'è una solitudine dell...
domenica 27 novembre 2016
Raimondo Moncada: Ornella e la pazzia di aprire una libreria
Raimondo Moncada: Ornella e la pazzia di aprire una libreria: Le librerie non chiudono, aprono. E aprono in un edificio in pietra, non su internet, con giovani che investono sui libri cartacei, sulla le...
mercoledì 16 novembre 2016
L'erba maligna
Arrivano
a cavallo di invisibili onde
da terre lontane
canti di interessate sirene
con promesse di paradisi
non ancora inventati.
Sordo a lusinghe il contadino
s'avvia verso i campi
ove l'erba maligna
complici le ultime piogge
cresce ed insidia la vigna
l'ascolto di canti è rimandato
a tramonti di cielo stellato
nella calma di fine raccolto,
Da "L'erba maligna" di calogero restivo
Edizioni Lampi di Stampa Segrate Milano
a cavallo di invisibili onde
da terre lontane
canti di interessate sirene
con promesse di paradisi
non ancora inventati.
Sordo a lusinghe il contadino
s'avvia verso i campi
ove l'erba maligna
complici le ultime piogge
cresce ed insidia la vigna
l'ascolto di canti è rimandato
a tramonti di cielo stellato
nella calma di fine raccolto,
Da "L'erba maligna" di calogero restivo
Edizioni Lampi di Stampa Segrate Milano
venerdì 11 novembre 2016
Il mare per noi
Il mare per noi
che vivevamo in case di gesso
che si appoggiavano le une alle altre
come vecchi ubriachi per non cadere
erano i fianchi dei monti
che si tingevano di verde
nei mesi di aprile e maggio.
Prima e dopo il giallo assillante
di sabbia di deserto e delle stoppie riarse.
Per noi che vivevamo chiusi
come in una riserva
dai monti che circondavano il paese
il mare era il racconto che si scopriva
quando si incominciava a sillabare
nei vecchi libri di lettura.
Non era facile capire quanto era grande
e quanta acqua conteneva
cento mille volte la vasca della Fontana
da cui si attingeva acqua
e torcicollo le donne
che altere e quasi regali
le brocche le portavano sulla testa
difesa solo da una "spera"
di vecchio scampolo di stoffa.
Attaccati alle gonne
occhi affamati e nasi gocciolanti.
Poi arrivavano i poveri
che si dicevano diventati ricchi
all'altro capo del mondo
che raccontavano
che l'America era così lontana
che occorreva navigare trenta giorni
circondati sempre
da acque torbide smosse dai venti
con onde alte come palazzi
che in quel paese li facevano alti
fino a "grattare" il cielo.
Noi bambini ascoltavamo
a bocca aperta
come quando attorno al braciere
i vecchi
ci raccontavano le storie di Orlando
eroe innamorato della bella Angelica
che si fece scoppiare il fegato
a soffiare inutilmente nel corno
per cercare l'aiuto che non venne
senza capire ma rapiti
dal suono-nenia delle parole
che conciliavano il sonno.
Da "L'erba maligna" di calogero restivo
Lampi di Stampa editore Vignate Milano
martedì 8 novembre 2016
ORA ZERO
La vita è la lunga agonia
di chi nascendo
a se trae la morte.
Da " Passi di memoria " di Vito Volpe
A§B Editrice
domenica 6 novembre 2016
Contra Omnia Racalmuto: Conversazione con il poeta CALOGERO RESTIVO da Rac...
Contra Omnia Racalmuto: Conversazione con il poeta CALOGERO RESTIVO da Rac...: Conversazione con il poeta CALOGERO RESTIVO da Racalmuto Ed ecco la locandina "ufficiale" della Conversazione con Lillo ...
giovedì 3 novembre 2016
Contra Omnia Racalmuto: Maria Pia Calapà ci segnala e noi ben volentieri p...
Contra Omnia Racalmuto: Maria Pia Calapà ci segnala e noi ben volentieri p...: Pasqualino Cilona Sicilia bedda terra profumata di zaghira d'aranciu e limuni accumpagnata du mandarinu e puru d...
archivio e pensamenti: COS’È POESIA?
archivio e pensamenti: COS’È POESIA?: Barcellona, 2010 ¿ Qué es poesìa? dices mientras clavas en mi pupila tu pupila azul; ¡ Qué es poesía! ¿ Y tu me lo ...
archivio e pensamenti: PIERA LO LEGGIO RACCONTA E CANTA GLI ANTICHI MESTI...
archivio e pensamenti: PIERA LO LEGGIO RACCONTA E CANTA GLI ANTICHI MESTI...: Piera Lo Leggio nella veste di "cicerone" nei luoghi racalmutesi: al Circolo degli zolfatai e salinai di Racalmuto, una p...
lunedì 31 ottobre 2016
Non sono poeta
Non sono un poeta
solo un piccolo artigiano
che non sa ancora
dove comincia
e dove finisce il verso.
Scrivo parole come risalgono
dal serbatoio della memoria
senza belletti e senza fronzoli.
Lavoro di notte
al lume di candela
come l'intarsiatore o il maniscalco
perchè durante il giorno
la vita urge con i suoi ritmi
e non concede soste.
Aspetto la notte anche se piove
anche se fuori urla il vento
e scalpita contro le imposte serrate
per tracciare sulla carta
i segni-parole-pensieri-sogni
e scrivere di speranze
che le stagioni non hanno maturato
e che forse mai matureranno.
Sono un animale notturno
come il gufo come la civetta.
Le albe sono un assillo
mi spingono a correre
quando vorrei stendermi
di fronte al cielo tiepido di luna
e contare le stelle
e alla fine della conta
ricominciare come per le pecore
che saltano lo steccato ad una ad una
nelle notti insonni di afa sudata.
Non sono un viaggiatore solitario
che va per il mondo in cerca di passato
per comprendere e se possibile
prevedere il futuro.
Non mi piacciono le passeggiate solitarie
per impervi viottoli di campagna
senza destinazioni certe.
Le mie radici affondano
nell'assolata campagna isolana
la mia carne è un impasto
di polvere e sudore
nelle mie vene scorre
un sentore di vento di deserto
di odore di terra riarsa
dopo la pioggia e di frumento.
Attendo la fine del temporale
quando il vento urla
contro le imposte serrate
come se assistessi ad uno spettacolo
che non mi tocca
per continuare poi
la ricerca di parole
che dicano il vulcano di immagini
che dentro di me urgono.
Sono un piccolo artigiano
che in fondo al vicolo
nella casa dalle imposte socchiuse
tinte con vernice grigia
che si confondono con la notte
scrive i suoi versi
per scacciare la paura dei domani
con le parole e non come il vecchio
malamente arricchito
che chiuso nell'abito della domenica
lucido di fine seta sotto il sole
con passo leggero e sciolto
volteggiando il suo bastone
dalla punta ferrata
disegna cerchi invisibili nell'aria
si avvia verso il sagrato della chiesa
ove l'aspetta la curiosità della gente
in mormorio d'invidia
come se la morte a lui non toccasse.
Sono il maniscalco che nella notte
illuminata dal fuoco che arde nella forgia
s'industria sull'incudine
a fa diventare oggetto di uso comune
un pezzo di ferro informe
abbandonato in fondo alla bottega
per lunghi giorni d'indecisione.
Non sono un poeta
non c'è folla che preme
per ascoltare i miei oracoli
nè discepoli a cui passare conoscenze
da tramandare alle genti future.
Sono solo un piccolo artigiano
che inventa il presente
spera in un futuro migliore
e in un esaminatore finale
non giusto ma clemente.
Da " Oltre l'orizzonte" di calogero restivo
Edizioni PIM Biblioteca Universale Bucharest
solo un piccolo artigiano
che non sa ancora
dove comincia
e dove finisce il verso.
Scrivo parole come risalgono
dal serbatoio della memoria
senza belletti e senza fronzoli.
Lavoro di notte
al lume di candela
come l'intarsiatore o il maniscalco
perchè durante il giorno
la vita urge con i suoi ritmi
e non concede soste.
Aspetto la notte anche se piove
anche se fuori urla il vento
e scalpita contro le imposte serrate
per tracciare sulla carta
i segni-parole-pensieri-sogni
e scrivere di speranze
che le stagioni non hanno maturato
e che forse mai matureranno.
Sono un animale notturno
come il gufo come la civetta.
Le albe sono un assillo
mi spingono a correre
quando vorrei stendermi
di fronte al cielo tiepido di luna
e contare le stelle
e alla fine della conta
ricominciare come per le pecore
che saltano lo steccato ad una ad una
nelle notti insonni di afa sudata.
Non sono un viaggiatore solitario
che va per il mondo in cerca di passato
per comprendere e se possibile
prevedere il futuro.
Non mi piacciono le passeggiate solitarie
per impervi viottoli di campagna
senza destinazioni certe.
Le mie radici affondano
nell'assolata campagna isolana
la mia carne è un impasto
di polvere e sudore
nelle mie vene scorre
un sentore di vento di deserto
di odore di terra riarsa
dopo la pioggia e di frumento.
Attendo la fine del temporale
quando il vento urla
contro le imposte serrate
come se assistessi ad uno spettacolo
che non mi tocca
per continuare poi
la ricerca di parole
che dicano il vulcano di immagini
che dentro di me urgono.
Sono un piccolo artigiano
che in fondo al vicolo
nella casa dalle imposte socchiuse
tinte con vernice grigia
che si confondono con la notte
scrive i suoi versi
per scacciare la paura dei domani
con le parole e non come il vecchio
malamente arricchito
che chiuso nell'abito della domenica
lucido di fine seta sotto il sole
con passo leggero e sciolto
volteggiando il suo bastone
dalla punta ferrata
disegna cerchi invisibili nell'aria
si avvia verso il sagrato della chiesa
ove l'aspetta la curiosità della gente
in mormorio d'invidia
come se la morte a lui non toccasse.
Sono il maniscalco che nella notte
illuminata dal fuoco che arde nella forgia
s'industria sull'incudine
a fa diventare oggetto di uso comune
un pezzo di ferro informe
abbandonato in fondo alla bottega
per lunghi giorni d'indecisione.
Non sono un poeta
non c'è folla che preme
per ascoltare i miei oracoli
nè discepoli a cui passare conoscenze
da tramandare alle genti future.
Sono solo un piccolo artigiano
che inventa il presente
spera in un futuro migliore
e in un esaminatore finale
non giusto ma clemente.
Da " Oltre l'orizzonte" di calogero restivo
Edizioni PIM Biblioteca Universale Bucharest
domenica 30 ottobre 2016
Come un ladro
Al buio nella notte
come un ladro
ed i ritratti della memoria
appesi agli angoli delle strade.
Via Crucis senza cadute
e senza sangue
pezzi di vita vissuti
qui le corse
ed il salto oltre lo steccato
qui il salta-cavallo
qui i primi amori
qui la fine di una amicizia antica.
O era amore?
Al buio della notte
con i ritratti come pietruzze
su cammini impervi
ad indicare la via del ritorno.
Mi sembra di vederli
parlare fra di loro
non credono ai ritorni
ma illudono d'attese.
Como un ladròn
A oscuras, de noche
como un ladròn
otra vez los ritratos de memoria
colgados en las equinas de la calle.
El camino de la Cruz, sin caidas
y sin sangre
pedazos de vida vividos
aquì la carreras
y el saltopor encima de la cerca
aquì el juego de cartas
aqu' lo primeros amores
aquì el final
deuna viej amistad.
O habrà sido amor?
En la oscuridad de la noche
con retratos come piedritas
com caminos impracticables
para mostrarel camino de regreso.
Me parece estarlos viendo
hablando entre sì
ellos no creen en los regresos
pero se alimentan de esperas.
Da " Oltre l'orizzonte" (Màs alla del horizonte) di calogero restivo
Biblioteca Universalis Bucharest
Traduzione da italiano in spgnolo è a cura di Diana Dragomirescu.
come un ladro
ed i ritratti della memoria
appesi agli angoli delle strade.
Via Crucis senza cadute
e senza sangue
pezzi di vita vissuti
qui le corse
ed il salto oltre lo steccato
qui il salta-cavallo
qui i primi amori
qui la fine di una amicizia antica.
O era amore?
Al buio della notte
con i ritratti come pietruzze
su cammini impervi
ad indicare la via del ritorno.
Mi sembra di vederli
parlare fra di loro
non credono ai ritorni
ma illudono d'attese.
Como un ladròn
A oscuras, de noche
como un ladròn
otra vez los ritratos de memoria
colgados en las equinas de la calle.
El camino de la Cruz, sin caidas
y sin sangre
pedazos de vida vividos
aquì la carreras
y el saltopor encima de la cerca
aquì el juego de cartas
aqu' lo primeros amores
aquì el final
deuna viej amistad.
O habrà sido amor?
En la oscuridad de la noche
con retratos come piedritas
com caminos impracticables
para mostrarel camino de regreso.
Me parece estarlos viendo
hablando entre sì
ellos no creen en los regresos
pero se alimentan de esperas.
Da " Oltre l'orizzonte" (Màs alla del horizonte) di calogero restivo
Biblioteca Universalis Bucharest
Traduzione da italiano in spgnolo è a cura di Diana Dragomirescu.
venerdì 28 ottobre 2016
TRECENTSESSANTACINQE
SAI,
VOLANO ANCORA FALCHI
SULLA MIA TERRA.
E SONO ESSERI REGALI
MAGICI, AMMALIATORI.
CONOSCI DISTESE IMMENSE DI ALBERI?
UN CIELO ALTO SENZA LIMITI?
LUNE D'AVORIO TRA GLI ULIVI ED IL VENTO?
vENGO IO DA UN LUOGO ARCANO
DOVE I RE SI MESCONO AI BRIGANTI,
OVE LA PASSIONE E' DENSA
COME IL VINO RUBINO.
VENGO DALLA MISERIA PIU' OPULENTA CHE ESISTA,
OVE LA MORTE NON CHIEDE OBOLI
OVE DIO HA MANDATO SOLO I SUOI SERVI.
HO ORIGINI D'ORO E COLTELLI E CROCI.
QUI RACCONTANO ANCORA
DI CONTADINE COME PRINCIPESSE
SECOLI DI DONNE
DA BRUNI CAPELLI
E SCHIENE BIANCHE CURVE
ALTERE DI BELLEZZA ALTRA.
OCCHI COME EBANO
E ORO COME GRANO.
E CANTI COME VEGLIE A VENERE.
Mara Sabia
Diario di un amore
VOLANO ANCORA FALCHI
SULLA MIA TERRA.
E SONO ESSERI REGALI
MAGICI, AMMALIATORI.
CONOSCI DISTESE IMMENSE DI ALBERI?
UN CIELO ALTO SENZA LIMITI?
LUNE D'AVORIO TRA GLI ULIVI ED IL VENTO?
vENGO IO DA UN LUOGO ARCANO
DOVE I RE SI MESCONO AI BRIGANTI,
OVE LA PASSIONE E' DENSA
COME IL VINO RUBINO.
VENGO DALLA MISERIA PIU' OPULENTA CHE ESISTA,
OVE LA MORTE NON CHIEDE OBOLI
OVE DIO HA MANDATO SOLO I SUOI SERVI.
HO ORIGINI D'ORO E COLTELLI E CROCI.
QUI RACCONTANO ANCORA
DI CONTADINE COME PRINCIPESSE
SECOLI DI DONNE
DA BRUNI CAPELLI
E SCHIENE BIANCHE CURVE
ALTERE DI BELLEZZA ALTRA.
OCCHI COME EBANO
E ORO COME GRANO.
E CANTI COME VEGLIE A VENERE.
Mara Sabia
Diario di un amore
archivio e pensamenti: GRAZIE AI FICHI!
archivio e pensamenti: GRAZIE AI FICHI!: Le 6572 ettare del territorio racalmutese si estendono, a detta degli storici, su una superficie “a forma di una grande foglia di f...
giovedì 27 ottobre 2016
" Da la carne e il sospiro" di A: Merini, 1997
"...incolori e indomiti, siamo soli
nel limbo del nostro piacere
perchè io e te
siamo pieni di amore carnale,
io e te."
nel limbo del nostro piacere
perchè io e te
siamo pieni di amore carnale,
io e te."
mercoledì 26 ottobre 2016
domenica 23 ottobre 2016
archivio e pensamenti: IL DRAMMA DI TAZIO CAPIZZI E IL TEATRO CHIUSO
archivio e pensamenti: IL DRAMMA DI TAZIO CAPIZZI E IL TEATRO CHIUSO: Un cane abbaia dentro il teatro chiuso. Surreale? Pirandelliano? Vero? RECITARE LA VITA, RECITARE LA MORTE ...
giovedì 20 ottobre 2016
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, poeta racalmutese, racconta
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, poeta racalmutese, racconta: Calogero Restivo, il poeta ora alle prese col racconto. Prosa trepida e contenuta, poetica insomma. Capacità affabulatrice impressionante,...
lunedì 17 ottobre 2016
AL PADRETERNO
In nostro mondo
finiva al Padreterno
oltre c'erano i monti
cerchio di cocuzzoli calvi
attorno a case fragili di gesso.
Rifacevamo il mondo
nei pomeriggi estivi
invasi di noia e di calura
con tessere
come fanno gli artisti del mosaico.
Dopo
nel lago di silenzio e solitudine
che chiamavamo paese
entrò la vita
con le sue albe tinte di nebbia
a disperdere speranze e illusioni
come fa il vento con le foglie morte
prima che si scateni la burrasca.
Poesia tratta "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
AKKUARIA Edizione Catania
finiva al Padreterno
oltre c'erano i monti
cerchio di cocuzzoli calvi
attorno a case fragili di gesso.
Rifacevamo il mondo
nei pomeriggi estivi
invasi di noia e di calura
con tessere
come fanno gli artisti del mosaico.
Dopo
nel lago di silenzio e solitudine
che chiamavamo paese
entrò la vita
con le sue albe tinte di nebbia
a disperdere speranze e illusioni
come fa il vento con le foglie morte
prima che si scateni la burrasca.
Poesia tratta "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
AKKUARIA Edizione Catania
sabato 1 ottobre 2016
La piazzetta
Al posto di questa assenza di voci
con il "cannolo" della fontana
che mesce acqua con rumore di ruscello
c'era la piazzetta che aveva canti e suoni
nelle notti in cui avvampava la festa.
C'eravamo noi ragazzi
con la febbre di domani negli occhi
a divorare presenti
nel tentativo di barare
e rompere i ritmi del tempo.
C'erano luci e passi di donne
con sguardi di pudore
nei sorrisi appena accennati
e le voci dei giocatori di tressette
assieme al venditore di fichi d India
che le vendeva sbucciate poche lire.
Rifugio sicuro alla pioggia gli archi
finestre aperte su un mare che non c'era
quando con rombi profondi
e tremori da incubo i tuoni
annunciavano il temporale imminente
cancellati dal vento di novità.
Di fronte il vecchio fondaco
il tetto di canali di creta cotti al sole
rifugio a colombi e uccelli di passaggio
oltre a carretti e carrettieri
che nella notti contavano le stelle
prima di addormentarsi
oggi ha palazzi alti
che gareggiano con le nuvole
e guardano dall'alto in basso
i lampioni che stillano
luce indecisa nella via.
Da " Dal mare che non c'è" di calogero restivo
AKKUARIA Edizioni Catania
con il "cannolo" della fontana
che mesce acqua con rumore di ruscello
c'era la piazzetta che aveva canti e suoni
nelle notti in cui avvampava la festa.
C'eravamo noi ragazzi
con la febbre di domani negli occhi
a divorare presenti
nel tentativo di barare
e rompere i ritmi del tempo.
C'erano luci e passi di donne
con sguardi di pudore
nei sorrisi appena accennati
e le voci dei giocatori di tressette
assieme al venditore di fichi d India
che le vendeva sbucciate poche lire.
Rifugio sicuro alla pioggia gli archi
finestre aperte su un mare che non c'era
quando con rombi profondi
e tremori da incubo i tuoni
annunciavano il temporale imminente
cancellati dal vento di novità.
Di fronte il vecchio fondaco
il tetto di canali di creta cotti al sole
rifugio a colombi e uccelli di passaggio
oltre a carretti e carrettieri
che nella notti contavano le stelle
prima di addormentarsi
oggi ha palazzi alti
che gareggiano con le nuvole
e guardano dall'alto in basso
i lampioni che stillano
luce indecisa nella via.
Da " Dal mare che non c'è" di calogero restivo
AKKUARIA Edizioni Catania
venerdì 30 settembre 2016
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): A Racalmuto il poeta Calogero Restivo (foto)
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): A Racalmuto il poeta Calogero Restivo (foto): E' stata una bella e coinvolgente conversazione al Circolo Unione di Racalmuto con Calogero Restivo il poeta che vive a Catania ma scr...
archivio e pensamenti: CALOGERO RESTIVO RITORNA AL SUO PAESE COME POETA E...
archivio e pensamenti: CALOGERO RESTIVO RITORNA AL SUO PAESE COME POETA E...: Oggi Calogero Restivo ritorna ufficialmente a Racalmuto come scrittore e come poeta, si parlerà di lui e dei suoi libri al Circolo Unio...
mercoledì 21 settembre 2016
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Chi siamo
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Chi siamo: Ciao Sergio, come nasce “Regalpetra Libera Racalmuto”? Il blog “Regalpetra Libera Racalmuto” nasce per dar voce principalmente ai citt...
domenica 18 settembre 2016
RECENSIONE
“Sotto il cielo di Cataripò” è il titolo di una raccolta di racconti del poeta siciliano
Calogero Restivo, pubblicato nel febbraio 2016 dall’Associazione AKKUARIA Catania
nella sezione “Europa la strada della scrittura” diretta da Vera Ambra.
Il mondo dell’immaginario si arricchisce di un nuovo toponimo “Cataripò” che
richiama altri come “Fontamara” di Ignazio Silone e “Roccacannuccia” più popolare,
“Rio Bo” di Aldo Palazzeschi.
Cataripò evoca e rinvia al mondo lontano dell’infanzia e
dell’adolescenza gioiosa e ansiosa di futuro; d’altronde è in assonanza con Cicicocò.
E’ un paese da nulla Cataripò, dove non succede mai nulla di straordinario che
possa influenzare e cambiare il corso della storia deciso nelle metropoli. E’
comunque un paese dove accadono tanti fatti e fatterelli veri e immaginari che
danno origine a storie e storielle di vita quotidiana intessute di follie, nevrosi, ansie ,
suspence, supposizioni e maldicenze. Cataripò è la mitizzazione e trasfigurazione di
Racalmuto,il paese natale dell’autore, che nel corso del novecento dopo la chiusura
delle zolfatare e delle miniere di sale è scivolata nel nulla dal punto di vista sociale
economico demografico e culturale.
Il dott. Lillo Taverna nella prefazione la
definisce un paese di immobili collabenti.
Seduti noi lettori in un cerchio magico in un luogo qualsiasi, il poeta narratore
Restivo ci racconta le tante storie con la sua voce scritta fluente affabile venata di un
filo di malinconia che scaturisce dalla riflessione sul senso della vita. Come un antico
vate, ci conduce nel suo mondo primigenio con passo lento appoggiato al braccio di
un ragazzo, e ci indica le colline e i monti disposti a ferro di cavallo intorno a
Cataripò e ci parla dell’ansia spasmodica dei giovani di evadere oltre l’orizzonte e
della rassegnazione dei vecchi. Il centro “culturale” di Cataripò è il salone del
barbiere Carmelo che sostituisce la piazzetta; è un luogo di socializzazione, di
incontro di discussione franca e libera; è il centro di interpetrazione di fatti veri o
presunti sulla base di segni e impressioni e di diffusione.
Ad esso è contrapposto il
“casino dei nobili” o circolo dei galantuomini, frequentato da ricchi demodè da
professionisti e parvenu, definiti con sprezzo grandi deretani, che si attardano a
parlare di avventure vere o presunte ma soprattutto di corna. E’ chiamato circolo
della cultura “ma se la cultura per caso passa ,va oltre o cambia marciapiede”.
La scrittura molto scorrevole a tratti tende ad assumere movenze poetiche con le
tante figure retoriche che danno una vitalità una verve particolare ai personaggi. Il
linguaggio è molto levigato, non risente l’influenza della lingua siciliana; solo alcuni
lemmi come bamminu, occhi di vò, sciarre e sciarrare, chiummo e qualche detto o
proverbio dialettale, termini che a parere dell’autore sono più pregnanti di senso e
di emozioni. E’ una lettura piacevole che ti prende e ti conduce fino in fondo. Sono
racconti vividi palpitanti che fanno sorridere e fanno riflettere sul senso segreto
delle vita e delle sue molteplici sfumature.
I racconti sono ventinove, sono storie di vita quotidiana segnata dal vuoto dalla noia,
dai pettegolezzi ,dai si dice; sono storie di ordinaria follia, di ansie, di sogni di
ricchezze svanite tra le fiamme: alcuni autobiografici, altri sono delle analisi
psicologiche e creazioni di miti, altri ancora di tipo socio ambientale, qualcuno
assume le tinte di giallo; parlano di follie ,frustrazioni, ansie e aspettative, di amori e
pseudo amori; sono un caleidoscopio degli umori che percorrono una piccola
comunità.
Questi racconti assumono una valenza “universale” perché narrano storie che si
vivono in tutte le periferie del mondo. Esse risvegliano nella mente del lettore altre
storie simili ascoltate o già vissute. ”Il fratello di mio nonno ”e il materasso pieno di
soldi ,che viene bruciato, fa ricordare un fatto simile accaduto a NewJork o “Il
rubino” di Corrado Alvaro.
I protagonisti di queste microstorie di varia umanità sono tanti. Giovanni Cherubino
detto “bomminu” che in realtà è un omone molto forte; la ‘ngiuria o soprannome lo
faceva un po’ sorridere e un po’ arrabbiare. Pasqualino Gagliardo che gagliardo non
era, era un tappo scartato alla leva per insufficienza toracica e anche scansafatiche e
in famiglia si comporta da dittatore per darsi un’aria. L’anonimo uomo del dazio che
preferisce fare fagotto, piuttosto che piegarsi alla volontà del gerarchetto pieno solo
di boria. Giuseppe Cozzuto “occhi di vò”,il ragioniere Filippo Lomia, sfortunato fin
dalla nascita ; il contadino Giovanni Prestipani derubato dal ras-etto locale Carmine,
miracolato e liberato dal desiderio di “a cu ti leva lu pani,levaci la vita”; Lorenzo
Bonpensieri prossima alla dipartita che ancora sfuggiva al medico Cantalanotte ma
non al prete don Salvatore per un patto; Orazio di Giuseppe, cavaliere del lavoro
dopo il viaggio a Roma della sua avvenente consorte. E altri personaggi che il lettore
conoscerà leggendo i testi.
Questi racconti sono un viaggio nella memoria. I ricordi, che danno vita a questi
racconti, sono “come dischi di un juke box pescati di tanto in tanto per riempire
giornate vuote o riaffiorano nella mente ed entrano in scena come attori e piano
piano animano la scena”(1); il narratore poeta li definisce ritratti e non fotografie di luoghi e persone a volte solo nomi senza volti a volte volti senza nomi. Sono
immagini dai contorni e dai nomi incerti; sono ritratti di vissuti e di emozioni che
hanno lasciato tracce e segni indelebili nell’animo. I personaggi sono tratteggiati con
delle pennellate, di essi vengono messi in risalto aspetti del carattere o della
persona fisica.
I racconti sono tutti significativi, arricchiscono la sensibilità dei lettori, ma alcuni
sono da segnalare per lo spessore, per la pregnanza di senso, per la loro originalità.
”Il venditore di poesia” assume la valenza di una leggenda metropolitana.
L’originalità sta nel fatto che all’incrocio senza semaforo c’è un “ragazzo”
mingherlino dai capelli rossi e gli occhi celesti che non chiede di lavare i vetri come
al solito, ma propone agli automobilisti l’acquisto di una poesia ciclostilata di giorno
in giorno sempre diversa. E’ un poeta autodidatta che le scrive la sera” quando si
ritira”. Alla voce narrante e interrogante risponde:” Scrivo, correggo, leggo tanto e
di tutto. La poesia ha bisogno di ispirazione ma anche di argomenti.” E’ un
personaggio serio orgoglioso con tanta dignità di sé. In questo racconto c’è l’eco
della lirica “Basta un foglio di carta” di Poesie di volti e memorie”.
“La partenza” e “Il Sogno e la Visione” sono due racconti molto interessanti di
natura psicoanalitica. Nel primo l’autore indossa le vesti di un psicologo e
scandaglia lo stato d’animo in cui ci si trova immerso il personaggio anonimo in
giornata agostana di canicola e di afa che lo precipitano in profondo disagio psichico
e gli fanno perdere la capacità di ragionare e decidere qualcosa. L’indecisione di
partire o non partire di andare in posto o in un altro di quali indumenti portare o
non portare, che alla fine fa stramazzare con un tonfo sul letto nella semioscurità il
protagonista, è materializzata in maniera magistrale.
“Il sogno e la Visione” ha un respiro molto più ampio; assume la valenza di un mito
con la loro personificazione. E’ un tentativo di riflessione sulla condizione umana
rappresentata da un viaggio immaginario nella riarsa campagna siciliana tinta di
giallo, afosa assetata e calda “come la bocca del forno acceso pronta per l’infornata”
e in più senza indicazioni stradali come lo sono le trazzere bianche e polverose; ed
esplicitata dal dialogo tra la Visione e il Sogno che assumono le fattezze umane di
due viandanti che si soffermano all’ombra di un solitario albero. La novità è che la
visione e il sogno, due “solchi dell’animo umano” così visibili e tanto immateriali e
soggettivi, si incarnano in esseri umani che suscitano illusioni e amare delusioni
come tanti altri umani con le bandiere sventolanti. In particolare la Visione ha un
fisico di ragazzo e una testa di uomo adulto, una raffigurazione ricca di significati .La
chiusa del racconto:”….né tu né io riusciamo a cambiare la realtà. Siamo la zolletta
di zucchero nel caffè che senza di quella il caffè resta con il suo aroma e il suo
amaro. Lo zucchero lo rende bevibile..” Già nella breve lirica “Vita” di “Poesie di volti
e memorie” il Restivo verseggiava “ La vita non è sogno, ma senza i sogni non
sarebbe vita”.
”Il monaco ”,”Il successo” e “Una piccola rivoluzione” sono tre storie d’amore
pariticolari. Pasquale Scimmeca, u monacu, è vittima dell’opinione pubblica bigotta
retrograda e ultraconformista. Viene plagiato e indotto a sposare una ragazza
“perduta” pietra di scandalo per la comunità. Alla fine si ritrova più emarginato di
prima senza donna e senza lavoro cosa molto più grave. Giovanni Cherubino ,alias u
bamminu, protagonista di “Successo” è la preda di una donna donatrice d’amore per
il tempo che occorre per spogliarlo delle sue poche sostanze. Infine il vigile Agnello,
innamorandosi di Stella una giostraia alta e bionda, provoca una rivoluzione morale ;
mette in subbuglio la madre la famiglia le autorità e tutta la comunità che fanno di
tutto per farlo recedere da tale “infrazione” mortale. Ma la vince, non cade nella
trappola del conformismo atavico.
” Tutta colpa del vento” e “Per grazia ricevuta” sono racconti tinti di giallo senza
soluzioni. Del primo è protagonista Alessio Bonafè, alto funzionario in pensione, che
,dopo essere stato in gira per l’Italia e il mondo, stanco e desideroso di vivere in
santa pace e al anche al sicuro, decide di ritornare a vivere nel paese natale in una
villa di campagna. Inseguito da ombre del passato, in una notte di vento miscelato a
rumori sospettosi si ritrova in fondo al pozzo ben chiuso. Il caso non trova soluzione
e nemmeno il cadavere per negligenza e udito poco fine degli investigatori.
Del secondo “Per grazia ricevuta” è Giovanni Pristipani , un povero cristo ridotto in
miseria dal furto perpetrato a suo danno dal gerarchetto Carmine nullafacente
dall’aria di padreterno e dalla guerra. Giovanni rimuginava dentro di sé di vendicarsi;
venuto a conoscenza che era stato fatto fuori, si reca in pellegrinaggio camminando
in ginocchio fino all’altare della Madonna del Canale per la grazia ricevuta.
” La panchina” è un racconto di ordinaria follia silenziosa che si conclude con la
scomparsa del protagonista nel nulla di una galleria abbandonata. Il ragioniere
Filippo Lomia è sfortunato si dalla nascita; si doveva chiamare Lumia e ciò lo rende
diverso dagli altri familiari: ha sorelle e fratelli ma legalmente non li ha e viene
guardato dagli altri con un punto interrogativo, provocandogli un profondo disagio
psichico. Il racconto si apre con una gag comica e drammatica allo stesso tempo;
potrebbe essere trasposto in una piéce teatrale. Il Lomia svolge un lavoro noioso
alienante da morire fino all’esaurimento: il suo compito è trascrivere gli atti notarili.
Nella sua monotona e piatta vita quotidiana irrompono due personaggi che ne
cambiano il corso: Monaco Stella una bella ragazza mora dai capelli ricci e gli occhi
sfavillanti di fuoco che gli chiede di sposarla; e “ l’ombra” seduta su una panchina di
fronte all’ufficio. Stella con il suo sorriso e le sue voglie gli dona attimi di gioia;
l’ombra della panchina, un uomo anziano di nome Antonio, è lo specchio dentro cui
si immerge per ritrovare il suo essere più vero e profondo, esternando tutte le sue
frustrazioni.
Infine “Quando tramonta il sole” è un racconto autobiografico, ma non per questo
meno significativo. In esso si possono riconoscere una vasta platea di persone. E’
l’incontro di un anziano acculturato con la rete, in particolare con facebook che
sembra mettere in contatto con il mondo. Sono narrate in modo palpitante l’ansia
l’attesa dei mi piace e dei non mi piace dei buongiorno e delle buonasere degli
amici virtuali , come in gioventù si aspettavano le lettere. Si trascorre sempre più
tempo a smanettare che alla fine si prova un vuoto con tanta amarezza e si avverte
la sensazione di essere prigioniero con gli occhi lucidi e la mente vuota. Si conclude
con un gesto luddista inscatolando il computer e lanciandolo nel fiume Canale e il
ritorno alla socialità famigliare e alla normale vita fatta di passeggiate e di pizze in
compagnia. Con la moglie se ne va al ristorante a festeggiare la “liberazione” dal
mondo virtuale.
La lettura di queste storie fa cogliere gli stati d’animo che si vivono nelle comunità di
periferie proiettate tra passato lontano e modernità del presente e aiuta a riscoprire
se stessi e i propri vissuti.
Matteo Troiano
Nota: demodè indossano vestiti fuori moda perché li avevano ricevuti in dote che quanto più si era ricchi
più era consistente. Si diceva dote di 5 10 15 25, cioè si ricevevano 25 capi per ogni elemento
dell’abbigliamento
giovedì 15 settembre 2016
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mercoledì 14 settembre 2016
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martedì 13 settembre 2016
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Castrum Racalmuto Domani: CALOGERO TAVERNA SI AUTOCRITICA PER UNA RIFLESSION...: Ho stralciato dal mio RACALMUTO NEI MILLENNI un giudizio su Racalmuto e sui racalmutesi. Essendo un libro stampato a mie spese, scrivo nel...
domenica 11 settembre 2016
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Racalmuto, il sindaco ringrazia con una lettera il...
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Racalmuto, il sindaco ringrazia con una lettera il...: Carissimo Professore, abbiamo, con immenso dispiacere, preso atto della Sua volontà di dimettersi dal Consiglio di Amministrazione de...
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): A Racalmuto il poeta Calogero Restivo (foto)
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sabato 10 settembre 2016
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venerdì 9 settembre 2016
archivio e pensamenti: ALLO ZACCANELLO HO INCONTRATO RESTIVO E LA SUA POE...
archivio e pensamenti: ALLO ZACCANELLO HO INCONTRATO RESTIVO E LA SUA POE...: Come un diario. Dal virtuale al reale. Dal social network allo Zaccanello. Mercoledì 8 luglio 2015, ho incontrato per la prima volta il p...
lunedì 5 settembre 2016
archivio e pensamenti: LA LINGUA DEL VENTO. Oltre quel desiderio di Rosa ...
archivio e pensamenti: LA LINGUA DEL VENTO. Oltre quel desiderio di Rosa ...: Chissà se a distanza di tempo si sarà realizzato il desiderio di Rosa Vacante di scrivere un libro di favole. Mi auguro però che nel fratt...
domenica 4 settembre 2016
Arcobaleno
La pioggia ha lavato l'aria che sapeva di sabbia di deserto.
Ora un quasi cerchio di luce e di tenui colori unisce il Castello solitario alle severe torri del Cannone.
ARCOBALENO.
Dalla cima del dirupo " La Guardia", balcone su distese di giallo senza spighe, mi appare come un ponte retto da invisibili legami.
Sembra volere unire silenzi a silenzi e vite in ansia nell'incertezza di domani, e dolorosi presenti.
"Reggie " trazzere disegnano vene ad un panorama che sa di deserto fatto di calanchi e burroni.
Rigagnoli si asciugano al sole colti da vana ansia di mare in attesa di inverni e di piogge.
Da " Poesie di volti e memorie " di calogero restivo
Prova d'Autore Editore Catania
Ora un quasi cerchio di luce e di tenui colori unisce il Castello solitario alle severe torri del Cannone.
ARCOBALENO.
Dalla cima del dirupo " La Guardia", balcone su distese di giallo senza spighe, mi appare come un ponte retto da invisibili legami.
Sembra volere unire silenzi a silenzi e vite in ansia nell'incertezza di domani, e dolorosi presenti.
"Reggie " trazzere disegnano vene ad un panorama che sa di deserto fatto di calanchi e burroni.
Rigagnoli si asciugano al sole colti da vana ansia di mare in attesa di inverni e di piogge.
Da " Poesie di volti e memorie " di calogero restivo
Prova d'Autore Editore Catania
archivio e pensamenti: BIJOUX
archivio e pensamenti: BIJOUX: “Et le reve fraichit”. Arthur Rimbaud, Illuminations . E lu suonnu arrifrìsca. ...
martedì 30 agosto 2016
archivio e pensamenti: TESTIMONE MI È IL PINO. Schermaglie alludenti a te...
archivio e pensamenti: TESTIMONE MI È IL PINO. Schermaglie alludenti a te...: schermaglie convergenti Sinceramente non pensavo che il pino venisse promosso al rango di testimone, ma visto che Giovanni Salvo l'...
archivio e pensamenti: DI UNA BIBLIOTECA CHIUSA, A RACALMUTO. Sviluppi do...
archivio e pensamenti: DI UNA BIBLIOTECA CHIUSA, A RACALMUTO. Sviluppi do...: Ad integrazione del post dell’altro ieri, martedì 9 agosto 2016, che scaturiva dall’impossibilità di fare una consultazione ...
archivio e pensamenti: PITTORI SOLIDALI. Asta benefica pro terremotati or...
archivio e pensamenti: PITTORI SOLIDALI. Asta benefica pro terremotati or...: L'Associazione non profit L'altra Sciacca coordinerà l'asta di beneficenza in favore dei terremotati I loc...
martedì 23 agosto 2016
Il momento giusto
Ora che i raggi del sole penetrano l'orizzonte
come ferri arroventati nella forgia
e sembra di sentire lo sfrigolio dell'acqua
attorno al ferro incandescente
ora è il momento giusto.
Tramonto di fine luglio
sul mare che acceca di riflessi
che più grande appare
visto da questo balcone
che risponde altero e sornione
ai singulti di vento
e alla furia degli elementi
che si regge su mattoni di storia
e pilastri di rigurgiti di lava raggrumata.
Ora è il momento giusto
di dire a chi ha inventato la vita
che è stato un grave errore
creare anche la morte.
Forse non aveva previsto la calma di mare
che accarezza gli scogli rivestiti di alghe
che abbraccia come culla la battigia
e l'odore di salsedine che solletica le nari
la carezza del vento sulle gote arrossate
come tocco di donna sul volto stanco
di vicoli chiusi che non si aprono
della fatica di vivere e delle paure nascoste
dietro un sorriso di pudore
chi ha inventato la morte.
Or tanto duole sapere
che ad un segnale convenuto il tempo
accecherà i panorami di monti
alti che toccano il cielo
e imbellettati alle cime
di candori di zucchero filato
ed i mari di spighe mature
che il vento smuove e culla
con promessa di vita e di futuro
i sorrisi delle donne
e delle donne i sospiri d' amore
i tramonti che si fanno poesia a volte
che invece di versi snocciolano colori.
Chi ha inventato la vita era altro
da chi ha invento la morte?
Inedito, sono riservati tutti i diritti secondo le norme vigenti
in materia di diritti di autore.
come ferri arroventati nella forgia
e sembra di sentire lo sfrigolio dell'acqua
attorno al ferro incandescente
ora è il momento giusto.
Tramonto di fine luglio
sul mare che acceca di riflessi
che più grande appare
visto da questo balcone
che risponde altero e sornione
ai singulti di vento
e alla furia degli elementi
che si regge su mattoni di storia
e pilastri di rigurgiti di lava raggrumata.
Ora è il momento giusto
di dire a chi ha inventato la vita
che è stato un grave errore
creare anche la morte.
Forse non aveva previsto la calma di mare
che accarezza gli scogli rivestiti di alghe
che abbraccia come culla la battigia
e l'odore di salsedine che solletica le nari
la carezza del vento sulle gote arrossate
come tocco di donna sul volto stanco
di vicoli chiusi che non si aprono
della fatica di vivere e delle paure nascoste
dietro un sorriso di pudore
chi ha inventato la morte.
Or tanto duole sapere
che ad un segnale convenuto il tempo
accecherà i panorami di monti
alti che toccano il cielo
e imbellettati alle cime
di candori di zucchero filato
ed i mari di spighe mature
che il vento smuove e culla
con promessa di vita e di futuro
i sorrisi delle donne
e delle donne i sospiri d' amore
i tramonti che si fanno poesia a volte
che invece di versi snocciolano colori.
Chi ha inventato la vita era altro
da chi ha invento la morte?
Inedito, sono riservati tutti i diritti secondo le norme vigenti
in materia di diritti di autore.
domenica 14 agosto 2016
A C I T R E Z Z A
Invidio i poeti che sanno tessere versi
e comporre inni traendo dalla memoria
immagini di Ciclopi e Veneri
sorte da cristalline acque
adagiate su spiagge di sogno
cancellando dal panorama
come da un ritratto mal riuscito
immagini di ciminiere e muri di cemento
dove un tempo alberi svettavano
sui colli vicini e sui monti.
Ruscelli garruli correvano
tra pietre dal caso sconnesse.
Di te mi rimane
nella memoria e negli occhi
lo sguardo di donna
annegato nell'ampio mare
in angosciosa attesa di ritorni
stretta in uno scialle
nero come la notte
inutile sfida al vento di tempesta.
Tu vivi nel passato come un vecchio
carico d'anni e di rimpianti
e non ti accorgi che ora è la vita
ed invano attendi altri dei altre età
suonando vecchie melodie
su pianoforti scordati.
Poesia tratta da " All'alba tra fiori di papavero"
Edizioni Akkuaria Catania
e comporre inni traendo dalla memoria
immagini di Ciclopi e Veneri
sorte da cristalline acque
adagiate su spiagge di sogno
cancellando dal panorama
come da un ritratto mal riuscito
immagini di ciminiere e muri di cemento
dove un tempo alberi svettavano
sui colli vicini e sui monti.
Ruscelli garruli correvano
tra pietre dal caso sconnesse.
Di te mi rimane
nella memoria e negli occhi
lo sguardo di donna
annegato nell'ampio mare
in angosciosa attesa di ritorni
stretta in uno scialle
nero come la notte
inutile sfida al vento di tempesta.
Tu vivi nel passato come un vecchio
carico d'anni e di rimpianti
e non ti accorgi che ora è la vita
ed invano attendi altri dei altre età
suonando vecchie melodie
su pianoforti scordati.
Poesia tratta da " All'alba tra fiori di papavero"
Edizioni Akkuaria Catania
mercoledì 3 agosto 2016
archivio e pensamenti: I NEMICI DEI SICILIANI
archivio e pensamenti: I NEMICI DEI SICILIANI: Agli inizi del Novecento, Lady Hamilton, illustrando la Sicilia e descrivendo i siciliani agli inglesi per incuriosirli e ...
domenica 31 luglio 2016
AMULETO
Appeso al chiodo del tempo
amuleto sulla porta di casa
il ricordo di un pomeriggio d'estate
fatto di visioni di cime di monti
dove si rincorrono gli echi
che scorrono lente
sul finestrino di un treno in corsa.
Il caldo afoso
l'odore di umanità urlante
come a parlare coi sordi
ammassata su sedili di legno
di vagoni traballanti
il pianto di bambini
che respirano fumo
e sfiati di caldaie affannate
dai finestrini aperti
al vento che non c'è.
Sfatato il tempo dei se
spente le inutili attese
che è oggi il domani
inizia l'ascesa di una scala
fatta di luci e di ombre
su distese di sogni
che ostinati chiamiamo vita.
Da "L'erba maligna" di calogero restivo
Edizioni Lampi di Stampa Vignate Milano
amuleto sulla porta di casa
il ricordo di un pomeriggio d'estate
fatto di visioni di cime di monti
dove si rincorrono gli echi
che scorrono lente
sul finestrino di un treno in corsa.
Il caldo afoso
l'odore di umanità urlante
come a parlare coi sordi
ammassata su sedili di legno
di vagoni traballanti
il pianto di bambini
che respirano fumo
e sfiati di caldaie affannate
dai finestrini aperti
al vento che non c'è.
Sfatato il tempo dei se
spente le inutili attese
che è oggi il domani
inizia l'ascesa di una scala
fatta di luci e di ombre
su distese di sogni
che ostinati chiamiamo vita.
Da "L'erba maligna" di calogero restivo
Edizioni Lampi di Stampa Vignate Milano
mercoledì 27 luglio 2016
Un bacio
Ricordi?
Ci tendevamo le braccia
come atleti stanchi ma felici
alla fine della gara.
Posato sull'orizzonte
il sole color mattone.
Sorridendo tra le lacrime
mi dicevi" mi piace la sera...
non è la fine del giorno
è eternità che si rinnova
come il nostro amore".
un dito pugnale puntato sul petto
all'altezza del cuore.
Un bacio a suggellare le parole.
Da " L'erba maligna" di calogero restivo
Lampi di stampa Editore Milano
Ci tendevamo le braccia
come atleti stanchi ma felici
alla fine della gara.
Posato sull'orizzonte
il sole color mattone.
Sorridendo tra le lacrime
mi dicevi" mi piace la sera...
non è la fine del giorno
è eternità che si rinnova
come il nostro amore".
un dito pugnale puntato sul petto
all'altezza del cuore.
Un bacio a suggellare le parole.
Da " L'erba maligna" di calogero restivo
Lampi di stampa Editore Milano
lunedì 25 luglio 2016
Alle fronde degli alberi
Lascia che il vento dica
alle fronde degli alberi alle foglie
i segreti che ci siamo soffiati
quella sera d'estate a fior di labbra.
Ricordi?
Gli occhi avevamo quasi chiusi
per il vento di deserto che quella sera
con impeto soffiava dal Passo Fondo
verso la montagna.
Forse domani alle fronde degli alberi
e alle foglie con cui modula suoni
come lamenti di violino dirà
scoperti gli inganni
il tempo delle favole è finito,
Da " Poesie di volti e memorie"
Prova D'Autore Editore Catania
alle fronde degli alberi alle foglie
i segreti che ci siamo soffiati
quella sera d'estate a fior di labbra.
Ricordi?
Gli occhi avevamo quasi chiusi
per il vento di deserto che quella sera
con impeto soffiava dal Passo Fondo
verso la montagna.
Forse domani alle fronde degli alberi
e alle foglie con cui modula suoni
come lamenti di violino dirà
scoperti gli inganni
il tempo delle favole è finito,
Da " Poesie di volti e memorie"
Prova D'Autore Editore Catania
sabato 23 luglio 2016
archivio e pensamenti: ABBIAMO INCONTRATO STEFANO VILARDO. Farsi "strada"...
archivio e pensamenti: ABBIAMO INCONTRATO STEFANO VILARDO. Farsi "strada"...: Stefano nella sua libreria Stefano non bazzica nel mondo internettiano ma ha gradito la versione cartacea del Post dove anche lui è...
giovedì 21 luglio 2016
Luci e ombre
Ora che l'estate s'avanza
in autunni certi ma lenti
lasciami sedere sull'uscio di casa
a vedere il tempo che passa
assieme a folate di vento e di foglie
come fanno i vecchi
abbrutiti di ricordi e di noia.
Volare come le rondini fanno
dentro il temporale
impazzite per il vento
che si fa brividi di gelo
e correre su prati verdi
ove trasporta la nenia della zingara
che a tratti regala paradisi
o minaccia improbabili castighi
finché la "cento"lire non l'acquieta.
Lasciami sedere sull'uscio di casa
a sentire i silenzi come fanno i bimbi
che lanciati gli urli nel vuotano aspettano
che da distanze inesplorate l'eco risponda.
Da " All'alba tra i fiori di papavero" di calogero restivo
AKKUARIA Edizioni Catania
in autunni certi ma lenti
lasciami sedere sull'uscio di casa
a vedere il tempo che passa
assieme a folate di vento e di foglie
come fanno i vecchi
abbrutiti di ricordi e di noia.
Volare come le rondini fanno
dentro il temporale
impazzite per il vento
che si fa brividi di gelo
e correre su prati verdi
ove trasporta la nenia della zingara
che a tratti regala paradisi
o minaccia improbabili castighi
finché la "cento"lire non l'acquieta.
Lasciami sedere sull'uscio di casa
a sentire i silenzi come fanno i bimbi
che lanciati gli urli nel vuotano aspettano
che da distanze inesplorate l'eco risponda.
Da " All'alba tra i fiori di papavero" di calogero restivo
AKKUARIA Edizioni Catania
mercoledì 20 luglio 2016
Piazza "vergogna"
Ho visto una statua greca
nell'ombra di vecchi palazzi.
Donna mortale o dea.
Le forme lucide di carezze
avevano scintille di luce sotto il sole.
Intatta la sua bellezza
fissata nel marmo
nonostante il tempo
che tutto distrugge e cancella.
Se ne stava
un passo appena accennato
vestita solo di regalità.
Da " Poesie di volti e memorie" di calogero restivo
Edizioni Prova d'Autore Catania.
nell'ombra di vecchi palazzi.
Donna mortale o dea.
Le forme lucide di carezze
avevano scintille di luce sotto il sole.
Intatta la sua bellezza
fissata nel marmo
nonostante il tempo
che tutto distrugge e cancella.
Se ne stava
un passo appena accennato
vestita solo di regalità.
Da " Poesie di volti e memorie" di calogero restivo
Edizioni Prova d'Autore Catania.
lunedì 18 luglio 2016
A noi stessi
Alla nostra commedia
manca una colonna sonora.
Poche note calato il sipario
quando muti saranno
i gesti e le parole.
Ma sordo ad ogni armonia
il mio spirito
sul copione annoso
getta parole confuse
di una prosaicità spaventosa.
Manca una colonna sonora
che chiuda con note di pianto
la nostra commedia
portata sulle piazze e nei mercati
come una povera cosa senza prezzo
Da " All'alba tra i fiori di papavero" di calogero restivo
Edizioni AKKUARA Catania
manca una colonna sonora.
Poche note calato il sipario
quando muti saranno
i gesti e le parole.
Ma sordo ad ogni armonia
il mio spirito
sul copione annoso
getta parole confuse
di una prosaicità spaventosa.
Manca una colonna sonora
che chiuda con note di pianto
la nostra commedia
portata sulle piazze e nei mercati
come una povera cosa senza prezzo
Da " All'alba tra i fiori di papavero" di calogero restivo
Edizioni AKKUARA Catania
giovedì 14 luglio 2016
Contra Omnia Racalmuto: Per insolentire ho oggi pubblicato una sorta di om...
Contra Omnia Racalmuto: Per insolentire ho oggi pubblicato una sorta di om...: Per insolentire ho oggi pubblicato una sorta di omelia di bigotti del novello millennio. Loro hano fatto ricorso ad un esilarante passo d...
domenica 10 luglio 2016
Canti di sirene
Rauche di canti e stanche
di inesitati languidi richiami
stanno lungo le rive bagnate
da violenti spruzzi di tramontana
le sirene del sud.
Le ho viste
vagando nello spazio
come aquilone impazzito.
Forse costruiranno ponti
per unire le due sponde
ed ormai inutili le sirene
resteranno a raccontere
che un tempo di qua passavano
vincitori vinti
e portatori di favole e di sogni
intenti ad inseguire avventure
che maturavano a volte
al di là di queste acque
perennemente in vorticosi moti.
Da " Lanterna sul mondo" di Calogero Restivo
ERANOVA Bancheri Editrice
di inesitati languidi richiami
stanno lungo le rive bagnate
da violenti spruzzi di tramontana
le sirene del sud.
Le ho viste
vagando nello spazio
come aquilone impazzito.
Forse costruiranno ponti
per unire le due sponde
ed ormai inutili le sirene
resteranno a raccontere
che un tempo di qua passavano
vincitori vinti
e portatori di favole e di sogni
intenti ad inseguire avventure
che maturavano a volte
al di là di queste acque
perennemente in vorticosi moti.
Da " Lanterna sul mondo" di Calogero Restivo
ERANOVA Bancheri Editrice
lunedì 13 giugno 2016
archivio e pensamenti: L'IRRESISTIBILE FASCINO DEL CEMENTO. Ma non sempre...
archivio e pensamenti: L'IRRESISTIBILE FASCINO DEL CEMENTO. Ma non sempre...: archivio e pensamenti: L'ALLARME DI ANGELO CUTAIA PER LA RUPE DEL BASTIONE. Il cemento non cancelli le pietre del passato Birribaid...
domenica 12 giugno 2016
archivio e pensamenti: MEGLIO NON VEDERE? Una poesia inedita. "Forsi è la...
archivio e pensamenti: MEGLIO NON VEDERE? Una poesia inedita. "Forsi è la...: Forsi è la cuscenza chi farsìa A chi censura, a chi omette, a chi maldigerisce la verità. A tia ca talìi ...
lunedì 6 giugno 2016
archivio e pensamenti: INCONTRO AL CASALE CON GLI AMICI DI CASTRONOVO DI ...
archivio e pensamenti: INCONTRO AL CASALE CON GLI AMICI DI CASTRONOVO DI ...: Siccome non si tratta di un incontro casuale ma semmai è l'ulteriore tappa di un futuro cammino iniziato ormai tanto tempo...
sabato 4 giugno 2016
L'uccello aquilone ( Ad un bambino ucciso dalla guerra)
Ora il bambino è steso sul prato
guarda il cielo senza vederlo
un sorriso ancora stampato sulle labbra
che sotto il sole perdono colore.
A braccia aperte
salutava l'uccello-aquilone
che volava leggero come piuma
smossa da un alito di vento
e con ali d'argento
quando una lancia rilucente
che scendeva dalle nuvole
come pioggia d'agosto
e veloce come un fulmine
gli ha spento il sorriso per sempre.
Da " L'erba maligna" di calogero restivo
Edizione Lampi di Stampa Milano
guarda il cielo senza vederlo
un sorriso ancora stampato sulle labbra
che sotto il sole perdono colore.
A braccia aperte
salutava l'uccello-aquilone
che volava leggero come piuma
smossa da un alito di vento
e con ali d'argento
quando una lancia rilucente
che scendeva dalle nuvole
come pioggia d'agosto
e veloce come un fulmine
gli ha spento il sorriso per sempre.
Da " L'erba maligna" di calogero restivo
Edizione Lampi di Stampa Milano
martedì 31 maggio 2016
archivio e pensamenti: QUEL DIARIO IN VERSI DI RESTIVO. Dei sogni, del ma...
archivio e pensamenti: QUEL DIARIO IN VERSI DI RESTIVO. Dei sogni, del ma...: Quarta di copertina Le poesie le conoscevo per averle lette in anteprima in versione digitale ma l'arrivo, ieri, del libro cart...
domenica 22 maggio 2016
ERA IERI
Era ieri sembra
che ci siamo lasciati
per correre incontro alla vita
lasciando al tempo
di posare sulle mie carte
una patina gialla
come un marchio.
Tu sei sempre la stessa
indomita cavalla
usa ai campi aperti
e per coperta il cielo
io più tardo
nei gesti e nella parola
ma intatto il desiderio
di possesso e di abbandono.
Inseguo il tuo sorriso carico di promesse
con il mio passo incerto e tribolato
e come un vecchio carico d'anni
vivo di ricordi e di rimpianti
Da "Sogni e risvegli" di calogero restivo
che ci siamo lasciati
per correre incontro alla vita
lasciando al tempo
di posare sulle mie carte
una patina gialla
come un marchio.
Tu sei sempre la stessa
indomita cavalla
usa ai campi aperti
e per coperta il cielo
io più tardo
nei gesti e nella parola
ma intatto il desiderio
di possesso e di abbandono.
Inseguo il tuo sorriso carico di promesse
con il mio passo incerto e tribolato
e come un vecchio carico d'anni
vivo di ricordi e di rimpianti
Da "Sogni e risvegli" di calogero restivo
sabato 21 maggio 2016
archivio e pensamenti: LA MADONNA DEL MONTE E LA SCOPERTA DI TAVERNA. Inc...
archivio e pensamenti: LA MADONNA DEL MONTE E LA SCOPERTA DI TAVERNA. Inc...: Così scrivevo nel 2003. “348 anni, sei mesi e 19 giorni or sono, i Parigini si svegliarono allo squillo di tutte le campane che ...
mercoledì 27 aprile 2016
AL PADRETERNO
Il nostro mondo
finiva al Padreterno
oltre c'erano i monti
cerchio di cocuzzoli calvi
attorno a case fragili di gesso.
Rifacevamo il mondo
nei pomeriggi estivi
invasi di noia e di calura
con tessere poste qua e là
come fanno gli artisti del mosaico.
Dopo
nel lago di solitudine e silenzio
che chiamavamo paese
entrò la vita
con le sue albe tinte di nebbia
a disperdere speranze e illusioni
come fa il vento con le foglie morte
prima che si scateni la burrasca.
Poesia tratta dalla raccolta " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
Edizioni Akkuaria Catania
finiva al Padreterno
oltre c'erano i monti
cerchio di cocuzzoli calvi
attorno a case fragili di gesso.
Rifacevamo il mondo
nei pomeriggi estivi
invasi di noia e di calura
con tessere poste qua e là
come fanno gli artisti del mosaico.
Dopo
nel lago di solitudine e silenzio
che chiamavamo paese
entrò la vita
con le sue albe tinte di nebbia
a disperdere speranze e illusioni
come fa il vento con le foglie morte
prima che si scateni la burrasca.
Poesia tratta dalla raccolta " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
Edizioni Akkuaria Catania
archivio e pensamenti: SCIASCIA E L'AGGETTIVO POSSESSIVO
archivio e pensamenti: SCIASCIA E L'AGGETTIVO POSSESSIVO: Matteo Collura, "Leggere e rileggere Sciascia" in Ricordare Sciascia, Publisicula, Palermo 1991 (aprile): "Verrebbe da ...
lunedì 25 aprile 2016
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, scrittore di Racalmuto, il paese...
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, scrittore di Racalmuto, il paese...: s | Comments | E-mail / Tuesday, March 15, 2016 Associazione Akkuaria Home Biodanza Cinema Libri...
domenica 24 aprile 2016
archivio e pensamenti: IL PITTORE E IL GESUITA: C'È CHI VUOL SAPERE. Renz...
archivio e pensamenti: IL PITTORE E IL GESUITA: C'È CHI VUOL SAPERE. Renz...: Notizie e curiosità su Renzo Collura: una sua antologica verrà ospitata nel prossimo mese di giugno presso i Musei Civici di Pavia R...
Dalla prefazione di Piero Carbone al libro " Dal mare che non c'è "
..Ma il paese da cui il poeta è andato via per un verso, non esiste più; muli, carrettieri, carrozze, lavandaie minatori, banditori ecc, si trovano ormai nei racconti di etnografia come i maori e boscimani di continenti lontani, eppure il suo Rahal Mauth difficilmente verrà espugnato, smontato, contraddetto, perchè la disciplina seguita per sancirne la veridicità esula da quella degli storici, e dei filologi:egli stesso l'ha reinventata, e si chiama nostalgia, visione nostrana dei saudade portoghese. Una disciplina così poco oggettiva e disciplinata da identificasi con l'unicità della sua esperienza, col suo amore di "esule in casa poichè volendo, si è allontanato di poco dal teatro della sua infanzia .....
sabato 23 aprile 2016
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Il poeta racalmutese Calogero Restivo, vive a Cata...
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): Il poeta racalmutese Calogero Restivo, vive a Cata...: Abbiamo incontrato un amico speciale. Il poeta racalmutese che vive a Catania. E' Calogero Restivo, nato a Racalmuto, il 30 giugno del ...
venerdì 22 aprile 2016
lunedì 18 aprile 2016
Castrum Racalmuto Domani: COMMIATO
Castrum Racalmuto Domani: COMMIATO: Come nella vita, come tutte le cose, anche questo blog, Castrum Racalmuto Domani , ha avuto un inizio ed è arrivato il tempo che abbia u...
Castrum Racalmuto Domani: CALOGERO TAVERNA SI AUTOCRITICA PER UNA RIFLESSION...
Castrum Racalmuto Domani: CALOGERO TAVERNA SI AUTOCRITICA PER UNA RIFLESSION...: Ho stralciato dal mio RACALMUTO NEI MILLENNI un giudizio su Racalmuto e sui racalmutesi. Essendo un libro stampato a mie spese, scrivo nel...
Contra Omnia Racalmuto: Guide turistiche AgrigentoVisite guidate del m...
Contra Omnia Racalmuto:
Guide turistiche AgrigentoVisite guidate del m...: Guide turistiche Agrigento Visite guidate del museo archeologico di Agrigento. Servizi guida per la Valle dei Templi e per il C...
martedì 12 aprile 2016
Monte San Michele
In occasione del centenario della prima guerra mondiale
una poesia dedicata a mio padre eroe di guerra decorato con medaglia al valore militare
Ferito in battaglia( amputata gamba sinistra) Cavaliere di Vittorio Veneto.
Mio Padre
non ha potuto correre con me
nè rincorrermi.
Aveva lasciato una gamba
sul Monte San Michele.
Mi diceva:
la libertà ha un prezzo
ma non la vendono al mercato.
Tante volte Padre
ho pensato di tornare
assieme a te
su quelle montagne
a cercare la tua gamba
per correre insieme.
Per rinnovare il tuo dolore
tacevo.
Poesia tratta dal volume "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
( Questa poesia ha vinto il primo premio ne concorso di poesia "Jacopo da Lentini" Lagopesole (PZ)
una poesia dedicata a mio padre eroe di guerra decorato con medaglia al valore militare
Ferito in battaglia( amputata gamba sinistra) Cavaliere di Vittorio Veneto.
Mio Padre
non ha potuto correre con me
nè rincorrermi.
Aveva lasciato una gamba
sul Monte San Michele.
Mi diceva:
la libertà ha un prezzo
ma non la vendono al mercato.
Tante volte Padre
ho pensato di tornare
assieme a te
su quelle montagne
a cercare la tua gamba
per correre insieme.
Per rinnovare il tuo dolore
tacevo.
Poesia tratta dal volume "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
( Questa poesia ha vinto il primo premio ne concorso di poesia "Jacopo da Lentini" Lagopesole (PZ)
sabato 9 aprile 2016
Indecisi autunni
Ballavamo sull'aia
come i contadini
alla fine del raccolto
quando la sera spegneva
l'ultima luce al giorno
forsennati giri di danza
a togliere il respiro.
Erano più baci che parole
e luccichio d'occhi
promesse di amori eterni
e di eterne passioni.
I grilli rompevano
monotoni il silenzio
e ci facevano il verso.
Anche l'estate
seguita da indecisi autunni
alla fine diventava inverno.
Poesia tratta dal volume " Senza un fil rouge
ERANOVA Bancheri Editrice
come i contadini
alla fine del raccolto
quando la sera spegneva
l'ultima luce al giorno
forsennati giri di danza
a togliere il respiro.
Erano più baci che parole
e luccichio d'occhi
promesse di amori eterni
e di eterne passioni.
I grilli rompevano
monotoni il silenzio
e ci facevano il verso.
Anche l'estate
seguita da indecisi autunni
alla fine diventava inverno.
Poesia tratta dal volume " Senza un fil rouge
ERANOVA Bancheri Editrice
lunedì 4 aprile 2016
Na vota
Ci tornu di cuntinu cu la menti
nta li stanzuddi di la vostra scola
pi vidiri li facci risulenti
ca vitti a Munti Po, nta na parola
vidu spiranzi n-facci a vui carusi
tinciuti cu brunzedda memoranni.
Vidu cu ll'occhi, di l'amuri fusi,
"Deci Cumannamenti a tutti banni",
vidu la società ca si rinnova
pi dari pani di sapuri duci.
Vidi criscenti di farina nova-
c'allevita pagnotta ca straluci
e vidu a tutti vui quannu dumani
di lu guverni tiniti la rota,
quannu lu munnu non avi chiù strani
e lu prisenti adivintò " Na Vota"
La poesia di Carmelo Furnari "Na Vota " è tratta dalla raccolta
FAVULI VERI stampata in proprio nel mese di marzo 2013
Proprietà letteraria riservata all'Autore
nta li stanzuddi di la vostra scola
pi vidiri li facci risulenti
ca vitti a Munti Po, nta na parola
vidu spiranzi n-facci a vui carusi
tinciuti cu brunzedda memoranni.
Vidu cu ll'occhi, di l'amuri fusi,
"Deci Cumannamenti a tutti banni",
vidu la società ca si rinnova
pi dari pani di sapuri duci.
Vidi criscenti di farina nova-
c'allevita pagnotta ca straluci
e vidu a tutti vui quannu dumani
di lu guverni tiniti la rota,
quannu lu munnu non avi chiù strani
e lu prisenti adivintò " Na Vota"
La poesia di Carmelo Furnari "Na Vota " è tratta dalla raccolta
FAVULI VERI stampata in proprio nel mese di marzo 2013
Proprietà letteraria riservata all'Autore
venerdì 25 marzo 2016
martedì 22 marzo 2016
La Piazzetta
Al posto di questa assenza di voci
con il "cannolo" della fontana
che mesce acqua con rumore di ruscello
c'era la piazzetta che aveva canti e suoni
le notti in cui avvampava la festa.
C'eravamo noi ragazzi
con la febbre di domani negli occhi
a divorare presenti
nel tentativo di barare
e rompere i ritmi del tempo.
C'erano luci e passi di donne
con sguardi di pudore
nei sorrisi appena accennati
e le voci dei giocatori di tressette
assieme al venditore dei fichi d'India
che le vendeva sbucciate poche lire.
Rifugio sicura alla pioggia gli archi
finestre aperte su un mare che non c'era
quando con rombi profondi
e tremori da incubo i tuoni
annunciavano il temporale imminente
cancellati dal vento di novità.
Di fronte il vecchio fondaco
il tetto di canali di creta cotta al sole
rifugio a colombi e uccelli di passaggio
oltre a carretti e carrettieri
che nella notte contavano le stelle
prima di addormentarsi
oggi ha palazzi alti
che gareggiano con le nuvole
e guardano dall'alto in basso
i lampioni che stillano
luce indecisa nella via.
Poesia tratta "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
con il "cannolo" della fontana
che mesce acqua con rumore di ruscello
c'era la piazzetta che aveva canti e suoni
le notti in cui avvampava la festa.
C'eravamo noi ragazzi
con la febbre di domani negli occhi
a divorare presenti
nel tentativo di barare
e rompere i ritmi del tempo.
C'erano luci e passi di donne
con sguardi di pudore
nei sorrisi appena accennati
e le voci dei giocatori di tressette
assieme al venditore dei fichi d'India
che le vendeva sbucciate poche lire.
Rifugio sicura alla pioggia gli archi
finestre aperte su un mare che non c'era
quando con rombi profondi
e tremori da incubo i tuoni
annunciavano il temporale imminente
cancellati dal vento di novità.
Di fronte il vecchio fondaco
il tetto di canali di creta cotta al sole
rifugio a colombi e uccelli di passaggio
oltre a carretti e carrettieri
che nella notte contavano le stelle
prima di addormentarsi
oggi ha palazzi alti
che gareggiano con le nuvole
e guardano dall'alto in basso
i lampioni che stillano
luce indecisa nella via.
Poesia tratta "Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
lunedì 21 marzo 2016
archivio e pensamenti: È PRIMAVERA, UNA POESIA FERMA LA GUERRA. "E vui du...
archivio e pensamenti: È PRIMAVERA, UNA POESIA FERMA LA GUERRA. "E vui du...: Oggi, Giornata mondiale della poesia. Mi associo idealmente ai vari reading nelle diverse parti del mondo rievocando un fatto dir poc...
sabato 19 marzo 2016
MONTE SAN MICHELE ( A mio padre)
Mio padre
non ha potuto correre con me
come fanno i padri per gioco
né rincorrermi.
Aveva lasciato una gamba
sul monte Sa Michele.
Mi diceva :
"la libertà ha un prezzo
ma non la vendono al mercato".
Tante volte padre
ho pensato di tornare
assieme a te
su quelle montagne
a cercare la tua gamba
per correre insieme.
Per non rinnovare il tuo dolore
tacevo.
Da " Dal mare che non c'è" di Calogero Restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
non ha potuto correre con me
come fanno i padri per gioco
né rincorrermi.
Aveva lasciato una gamba
sul monte Sa Michele.
Mi diceva :
"la libertà ha un prezzo
ma non la vendono al mercato".
Tante volte padre
ho pensato di tornare
assieme a te
su quelle montagne
a cercare la tua gamba
per correre insieme.
Per non rinnovare il tuo dolore
tacevo.
Da " Dal mare che non c'è" di Calogero Restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
domenica 13 marzo 2016
Contra Omnia Racalmuto: CALOGERO RESTIVO MALINCONICO VATE DA TERSO ISPIRAT...
Contra Omnia Racalmuto: CALOGERO RESTIVO MALINCONICO VATE DA TERSO ISPIRAT...: MI DICEVI SEMPRE Mi dicevi sempre: "i tuoi canti sono tristi come giornate d'inverno con il sole dimenticato ...
archivio e pensamenti: SI È POETI CON RIMA E SENZA RIMA. A proposito di "...
archivio e pensamenti: SI È POETI CON RIMA E SENZA RIMA. A proposito di "...: Aveva dato ampia prova di sé, ma ad un certo punto, sotto lo sguardo stupito di pronubi critici, Nino Barone ha sfidato se stesso: ha...
mercoledì 2 marzo 2016
sabato 27 febbraio 2016
LA FARFALLA
La farfalla
volò fuori dal nido lontano
appena smise d'esser bruco
sfiorando l'erba
che la primavera a tratti
tingeva di colori.
La gente la guardava
ammirata e commossa
"vedi che miracoli
fa a volte la natura"
diceva.
La farfalla
leggera come ombra
e silenziosa
baciava i fiori che incontrava
Contenta vibrava le ali
come uno strumento.
libera finalmente
e la vita la credeva eterna.
Poi venne l'inverno
e della farfalla
che aveva ali farinate di colori
nessuno pianse la fine.
Tratta " Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
volò fuori dal nido lontano
appena smise d'esser bruco
sfiorando l'erba
che la primavera a tratti
tingeva di colori.
La gente la guardava
ammirata e commossa
"vedi che miracoli
fa a volte la natura"
diceva.
La farfalla
leggera come ombra
e silenziosa
baciava i fiori che incontrava
Contenta vibrava le ali
come uno strumento.
libera finalmente
e la vita la credeva eterna.
Poi venne l'inverno
e della farfalla
che aveva ali farinate di colori
nessuno pianse la fine.
Tratta " Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Edizioni AKKUARIA Catania
venerdì 19 febbraio 2016
NOTTI D' ESTATE
Una pietra
addolcite le asperità
rotolando sul letto del fiume
abbandonata dall'onda di piena
acquietata di corse ad abbracci di mare.
Solitaria
come pietra preziosa
lucida.
Quella parte di montagna
che il tempo dissolve
e la pioggia e il vento
che versa nella valle pietre
come in un pozzo senza fondo
io sono.
Lasciato sul greto del fiume
a rimpiangere tempi
e lucori di tramonti colorati
e di albe
che sciolgono l'azzurro profondo
di notti di estati stellate
a riflettere il sole.
(Inedita tutti i diritti riservati secondo le leggi vigenti.
addolcite le asperità
rotolando sul letto del fiume
abbandonata dall'onda di piena
acquietata di corse ad abbracci di mare.
Solitaria
come pietra preziosa
lucida.
Quella parte di montagna
che il tempo dissolve
e la pioggia e il vento
che versa nella valle pietre
come in un pozzo senza fondo
io sono.
Lasciato sul greto del fiume
a rimpiangere tempi
e lucori di tramonti colorati
e di albe
che sciolgono l'azzurro profondo
di notti di estati stellate
a riflettere il sole.
(Inedita tutti i diritti riservati secondo le leggi vigenti.
archivio e pensamenti: TRAVASI LINGUISTICI: SI PUÒ TRADURRE LA POESIA? S...
archivio e pensamenti: TRAVASI LINGUISTICI: SI PUÒ TRADURRE LA POESIA? S...: Massimo Lombardo editore 2004 Foto scattata nel 1988 all'auditoriun "Santa Chiara" di Racal...
giovedì 18 febbraio 2016
archivio e pensamenti: TRAVASI LINGUISTICI: SI PUÒ TRADURRE LA POESIA? S...
archivio e pensamenti: TRAVASI LINGUISTICI: SI PUÒ TRADURRE LA POESIA? S...: Massimo Lombardo editore 2004 Foto scattata nel 1988 all'auditoriun "Santa Chiara" di Racalmut...
giovedì 4 febbraio 2016
archivio e pensamenti: IL CASTELLUCCIO OCCHIUTO E VISIBILE A TUTTI. Excur...
archivio e pensamenti: IL CASTELLUCCIO OCCHIUTO E VISIBILE A TUTTI. Excur...: GIBILLINA - IL CASTELLUCCIO SVEVO DI RACALMUTO di Angelo Cutaia Castelluccio è la denominazione attuale della torre-palazzo...
lunedì 1 febbraio 2016
Contra Omnia Racalmuto: lo zafferano sicano della grotta di Fra Diego, l'e...
Contra Omnia Racalmuto: lo zafferano sicano della grotta di Fra Diego, l'e...: Questo per me era e resta lo ZAFFERANO GIALLO, il particolare crokus che Strabone attorno agli anni Trenta d. C. diceva essere la terza f...
mercoledì 27 gennaio 2016
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, maestro del saper narrare
Contra Omnia Racalmuto: Calogero Restivo, maestro del saper narrare: Calogero Restivo, maestro del saper narrare Lumache al sugo da far fortuna finché forse troppo grasse forse quindi cimiteriali, prima ...
domenica 24 gennaio 2016
archivio e pensamenti: HO PIANTO PER FLORA
archivio e pensamenti: HO PIANTO PER FLORA: Racconto inserito nel volume collettaneo Italo. Storie di animali di prossima pubblicazione. 1. Flora, la gazza ladra ...
mercoledì 20 gennaio 2016
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): UNA COSA MI 'NZIGNAVU poesia di Giovanni Salvo
REGALPETRA LIBERA ((( blog Racalmuto))): UNA COSA MI 'NZIGNAVU poesia di Giovanni Salvo: Mi dimiettu di pueta Lassu tuttu a lu distinu Di scritturi, di profeta Di canturi e di parrinu Nenti chiu' mi chiama rima E nun ...
sabato 16 gennaio 2016
archivio e pensamenti: LO CHAMPAGNE DI CLAUDE AMBROISE
archivio e pensamenti: LO CHAMPAGNE DI CLAUDE AMBROISE: Quando si "stappano" certi ricordi vengono su le bollicine Subito dopo la morte di Sciascia venne a Racalmuto Claude...
giovedì 14 gennaio 2016
Castrum Racalmuto Domani: BISANZIO BRUCIA..…
Castrum Racalmuto Domani: BISANZIO BRUCIA..…: Da ospite romano, da "fuoriuscito" che ama più che Racalmuto i racalmutesi, assisto ai conciliaboli della locale classe politica...
archivio e pensamenti: ESISTE UN PARCO LETTERARIO "REGALPETRA"?
archivio e pensamenti: ESISTE UN PARCO LETTERARIO "REGALPETRA"?: Incompiuta sciasceide o apoteosi dello sciascismo come sciagurata capacità divinatoria di future e insospettate disillusioni?...
lunedì 11 gennaio 2016
archivio e pensamenti: AUTOGRAFI FUORI DAL COMUNE. Infantino, Puma, Scias...
archivio e pensamenti: AUTOGRAFI FUORI DAL COMUNE. Infantino, Puma, Scias...: Salvatore Puma, E lucevan le stelle (Puccini-Tosca) https://www.youtube.com/watch?v=FklRREwOYtQ Luigi Infantino "E la...
mercoledì 6 gennaio 2016
archivio e pensamenti: CHI HA INTERESSE A METTERE UNA PIETRA SOPRA? Da fb...
archivio e pensamenti: CHI HA INTERESSE A METTERE UNA PIETRA SOPRA? Da fb...: CHI HA INTERESSE A METTERE UNA PIETRA SOPRA? PIERO CARBONE · MARTEDÌ 5 GENNAIO 2016 https://www.facebook.com/notes/pier...
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