Il nostro mondo
finiva al Padreterno
oltre c'erano i monti
cerchio di cocuzzoli calvi
attorno a case fragili di gesso.
Rifacevamo il mondo
nei pomeriggi estivi
invasi di noia e di calura
con tessere poste qua e là
come fanno gli artisti del mosaico.
Dopo
nel lago di solitudine e silenzio
che chiamavamo paese
entrò la vita
con le sue albe tinte di nebbia
a disperdere speranze e illusioni
come fa il vento con le foglie morte
prima che si scateni la burrasca.
Poesia tratta dalla raccolta " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
Edizioni Akkuaria Catania
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