domenica 23 marzo 2014

L A V E R I T A'

Ora testimone tra noi
solo il silenzio
la luna ed il vento
al di là della finestra
chiusa sulla notte
diciamola questa verità
più volte affiorata alle labbra
come acqua aggiunta
in un bicchiere troppo pieno
non è stata felice
la nostra gioventù.

S'è alimentata di ricordi
ritoccati come vecchie foto
dove alberi frondosi verdeggiano
laddove nella realtà
si snoda uno stradone di sterrato
senza un filo d'ombra o di verde.

Il sorriso non c'era
sul volto corrucciato
e confuso dalle luci
della figura in nero
stagliata in primo piano
l'ha messo l'operatore
ritoccando la foto.

Diciamola questa verità
riposta come cosa preziosa.

Non è stata felice
questa nostra gioventù
cullata da suoni di campane
discordi anche sull'ora da battere
abbiamo nascosto anche a noi stessi
quant'erano tristi i pomeriggi
allagati di sole e di noia
davanti a deserti di stoppie e di crepe
che il sole aveva disegnato sui campi riarsi.

Come poteva il contadino
seminare in quei crepacci
e sperare abbondanti raccolti?

Diciamola questa verità
a premere sulla punta della lingua
come frutto maturo
pronto per essere raccolto
questa nostra gioventù
è stato un inganno
da cui i ricordi traggono odori
sepolti nell'oblio
come immagini lontane nel tempo
rimanendo antiche paure
e non certo rimpianti.

E' il bisogno di credere al sogno
più volte raccontato a noi stessi
e arricchito di particolari
quasi a sembrare reale
a farcela apparire così bella.

Era fatta di silenzi e di attese
come quelle dei naufraghi
che il temporale di fine estate
ha trascinato lontano dai soliti approdi
con acqua fino agli orizzonti ed oltre
ed un cielo terso con un sole stampato
in mezzo splendido ed inclemente.

Diciamola questa verità
o chiediamo al tempo
che porta insania a volte
assieme alla vecchiaia
di cancellarla per sempre
e farci di nuovo bambini.


Da " Lanterna sul mondo" di calogero restivo
Eranova   Bancheri Editrice









mercoledì 19 marzo 2014

Vecchio macello


Davano sangue da bere ai bambini
perchè rinsecchite le fonti
di paura  e di fame
le madri non avevano più latte.

Sul muro bianco di calce
ove occhieggiavano
cristalli di gesso sotto il sole
come occhi di gatto
in agguato nella notte
campeggiava la scritta
" Lunga vita al..."
e sotto appena leggibile
" Macello"

Indolenti i cani
e l'afa toglieva quasi il respiro
stavano in attesa di ossa da spolpare.

Monotona la fontana vicina
mesceva acqua amara
ed il rumore di ruscello
che scorre in un letto di pietre
si confondeva
con il canto delle lavandaie
monotono come una nenia
intente al loro lavoro.


Da " Poesie do volti e memorie" di calogero restivo
Prova d'Autore Edotore Catania




mercoledì 12 marzo 2014

Odore di zagara

Rivedo te bambina
il tempo ha fissato i ricordi
come quadro appeso alla parete
tendevi le mani
le palme aperte a raccogliere nei pugni
stelle sparse nel cielo dalla notte
chicchi di grano su mattoni
di un blu profondo lucidati di fresco.

Rivedo te bambina
volto deluso e  pugni stretti
a stringere niente a parte l'aria
che in aliti nel vento odorava di zagara.

 Da " Senza un fil rouge" di calogero restivo
Eranova Bancheri  Editrice