domenica 31 dicembre 2017

L'anno nuovo



L'anno vecchio è andato
inseguito da spari nella notte.

Se non ci fossero state le campane
che suonavano a stormo
non ci saremmo accorti
che lento e silenzioso
l'anno nuovo arrivava.

Se ne sta ora nascosto
come uccello tra il fogliame fitto
che il vento scopre di tanto in tanto
soffiando sugli alberi alle cime.

Inutilmente i maghi con parole edulcherate
come le compresse medicinali
che illudono di guarigioni miracolose
ci propinano giornate di sempre estate
e di amori indissolubili eterni
ci parlano di avventure e di viaggi
e di corse che osano i ventenni
pronti al salto se incontrano un'ostacolo.

Passano i giorni
e nell'attesa passano gli anni
e ti accorgi
che il calendario ha gli stessi giorni
dell'anno appena trascorso.

La trottola gira e gira
le tue attese e speranze
non alterano i tempi ed i percorsi
di questa palla informe
che gira nell'assoluto nulla
né le tue speranze o paure
ne rallentano il corso.




Inedita: ne è vietata la riproduzione, anche parziale.
Calogero Restivo


giovedì 21 dicembre 2017

Le mie donne



Le donne del mio paese
chiuso tra montagne e dimenticanze
stanno sempre in gramaglie.

Espongono il lutto al sole
come un drappo che il tempo scolora.

Sacerdotesse di una religione senza vangeli
venerano immagini che il tempo colora di seppia
di vecchi barbuti paludati in pose statuarie
nella divisa della domenica.

Sono i novelli numi tutelari
posti in un angolo della casa
circondati da fiammelle di lumini
rese instabili da aliti di vento
che la porta crea se si apre o si chiude.


Da " Poesie di volti e memorie"
Prova d'Autore Editore Catania




mercoledì 29 novembre 2017

archivio e pensamenti: FORTUNA A PAGAMENTO

archivio e pensamenti: FORTUNA A PAGAMENTO: Giovanni Verga, nella Cavalleria rusticana , per annunciare l’eleganza vistosa di  Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, dice ch...

venerdì 24 novembre 2017

lunedì 20 novembre 2017

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archivio e pensamenti: SCIASCIA, LA POESIA E AMBROISE: Venticinque anni fa moriva leonardo Sciascia. Nella ricorrenza del 25° anniversario ripropongo la testimonianza critica di Claude Ambrois...

venerdì 3 novembre 2017

giovedì 2 novembre 2017

archivio e pensamenti: APRIAMO SANTA MARIA

archivio e pensamenti: APRIAMO SANTA MARIA: Mentre la cronaca, legata a nuovi assetti territoriali, ci prospetta allarmi, rivelatisi superati, di abbattimenti di chiese per far post...

domenica 29 ottobre 2017

I Potenti


Ho visto i potenti un giorno
avevano umane sembianze
e un colorito di creta
cotta al sole isolano.

Parlavano con voce ispirata
di chi partorisce verità
profonde e segrete
da confidare soltanto agli amici
la mano sul cuore
e gli occhi semichiusi
atteggiati a profonda commozione.

Dicevano di sogni da realizzare
e di un albero della cuccagna
da piantare nella piazza grande
per poi dividere i frutti con tutti.

La gente ascoltava in silenzio
era nel sogno
interrotto da un raggio di sole
che penetrato dalla finestra
versava dentro la stanza
tesori lucidi a fiocchi
come di neve
prelevati da stelle lontane


Poesia tratta dalla silloge " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
AKKUARIA   EDITRICE  CATANIA


domenica 8 ottobre 2017

LA RESA DEI CONTI


   La mia goccia
  scaverà il tuo granito.

   Mi vedrai
   pino secolare
   sugli amanti curvato
   soffiarti parole nell'anima

   Ho spazzato la via
lastricata da rabbia di gigante adirato
che dovevi percorrere
e soffiata via la polvere.

    Non avevo petali di rose
né preziosi tappeti
per renderti il passo più lieve
ma ho raccolto stelle
nel vasto giardino del cielo
da appuntare sul vestito della festa.

   Ti porgo la mano ora
per aiutarti a salire le scale
che portano alla fine della corsa.




Poesia tratta dalla raccolta   "Poesie di volti e memorie "
di Calogero Restivo
Prova d'Autore  Editore Catania

giovedì 5 ottobre 2017

Parlerò alle stelle

         E a sera, andrò a fare quattro passi tra le nuvole, parlerò alle stelle e alla luna vinto l'ozio e la noia.
         Parlerò come parlano i filosofi e scriverò parole che diventeranno versi, sublimi per dolcezza e profondità,  a vincere i normali confini del tempo.
          Parlerò di Te, dei sogni condivisi, delle stagioni assieme vissuti e delle notti in cui  i venti ululavano come fantasmi impazziti colti dall'arrivo improvviso del giorno.
          Racconterò le storie più lunghe e quelle prive di senso, ma ricchi di accadimenti, per
tenerti sveglia.
          Ti farò rivedere i sogni, ombre stampate su lenzuola bianche come per il cinema, rivivere i giorni vestiti dei colori della primavera, con le rondini che tornano dai viaggi oltremare, e con gli uccelli di passo alti che non si fermano, guardano montagne velate di bianco come vergini in processione, pianure, castelli, campanili  e tutto quanto di bello e di buono " si perdono" a non sostare sulle sponde di fiumi dalle acque limpide che lambiscono prati verdi che sembrano dipinti da ingenui pittori alla prime armi.
          Volerò sui tetti delle case e ascolterò i pianti del bambini, le nenie delle mamme, i sospiri degli innamorati.
           Per gioco sfiorerò i balconi come gli ubriachi di vino, di angosce e tentativi di dimenticanze, i muri delle case dove ladri di amore riempiono di parole fatate il desiderio di carezze e di baci., frenano passioni che bruciano come carboni, sotto la cenere, accesi.
           Spia curiosa nella notte la luna.
           Abbraccerò  gli alberi, i tronchi nodosi fino a lacerarmi le mani per sentire nel sangue che anche la mia vita scorre dentro di me come quella dell'albero lungo il tronco e i rami.
           Scorrerò come fiume che calmo o impetuoso va a farsi mare, preparandosi il letto giorno dopo giorno, soffice di pietre e levigate come di sposa novella,  disegnando panorami lungo il cammino a volte paradisi di verde, a volte paurosi strapiombi di cui il fondo, pozzo di buio, appena si indovina.






 Tratto dalla raccolta  " Poesie di volti e memorie " di Calogero Restivo
   Collezione Cento Vele   Prova d'Autore Editore  Catania
         
       

sabato 30 settembre 2017

Un canto d'amore

Viene del passato un canto d'amore
parla di notti insonni
e di finestre che non si aprono.
Rauca la voce del carrettiere
nel meriggio d'estate
col sole che stringe la terra
quasi in un abbraccio di edera.
Lente sul collo le redini
legate al polso
il mulo che traina il carro
sa dove andare
come se alle narici dilatate
a guidare i suoi passi
arrivasse un afrore di stalla
caldo di chiuso.
Va col suo carico di solitudine e sale
anche se il vento lungo lo stradone
crea e dissolve turbini di polvere e foglie.
Seduto su sacchi di iuta
colmi di sale farinato
ogni tanto un richiamo
ad un mulo abbacinato
dal giallo monotono e intenso
di spighe mature
che ondeggiano al vento
va i carrettiere
e al ritmo cadenzato di zoccoli
sull'asfalto viscido di sole
leva il suo canto d'amore.





Da  " Dal mare che non c'è" di calogero restivo
Akkuaria Edizioni Catania.

giovedì 21 settembre 2017

V E R S I



Non ho altro che versi d lasciarti.

L'albero che svettava
alto come pennone di bandiera
s'è scoperto sterile
come le spighe di grano
toccate da gelate notturne
nel periodo che le farfalle
generose d'amore
vanno di fiore in fiore
a seminare futuro.

Non ho altro che versi da lasciarti
che non comprano pane.



" Dal mare che non c'è" di calogero restivo
  Edizioni AKKUARIA  Catania



lunedì 18 settembre 2017

venerdì 25 agosto 2017

giovedì 24 agosto 2017

martedì 15 agosto 2017

giovedì 27 luglio 2017

venerdì 14 luglio 2017

lunedì 29 maggio 2017

Chiesetta solitaria

Chiesetta solitaria lì tra i monti
chiusa come in una bara di silenzio
nelle tue mura palpiti di bimbo
racchiudi e murmure preghiere.

Ora la vita mi ha forgiato
scampolo di noia scolorito.

Non più il piccolo sacrista
con la tonaca buttata sulle spalle
non più il "Libro"
portato sull'altare
dall'uno all'altro lato
ad un cenno del prete.

Ora è una croce portata nel silenzio
e senza sguardi pallidi di preti.

Chiesetta solitaria sei la stessa
d'un tempo quasi inutile vissuto.

Polverosi gli antichi tabernacoli
e sul quadro lì in fondo
quasi cancellata dal tempo
l'immagine del Cristo
che gli uomini calano di Croce.

Chiesetta solitaria ero bambino
ora la vita mi ha forgiato
scampolo di noia scolorito.





giovedì 4 maggio 2017

archivio e pensamenti: È UN BELLISSIMO FIORE

archivio e pensamenti: È UN BELLISSIMO FIORE: Cosa porta con sé chi va via o semplicemente si allontana per poco o per molto dalla propria terra?  Oggetti come feticci,...

mercoledì 3 maggio 2017

martedì 25 aprile 2017

Blog di Calogero Restivo: LA PIAZZETTA

Blog di Calogero Restivo: LA PIAZZETTA: Al posto di questa assenza di voci con il "cannolo" della fontana che mesce acqua con rumore di ruscello c'era la piazzetta...

giovedì 6 aprile 2017

Non sono poeta


Non sono un poeta
sono solo un piccolo artigiano
che non sa ancora dove comincia
e dove finisce il verso.

Scrivo le parole senza belletti e senza fronzoli
come risalgono dal serbatoio della memoria.

Lavoro di notte al lume di candela
come l'intarsiatore o il maniscalco
perchè durante il giorno la vita urge
con i suoi ritmi e non concede soste.

Aspetto la notte anche se piove
anche se fuori urla il vento e scalpita
contro le imposte serrate
per tracciare sulla carta
i segni-parole pensieri-sogni
e scrivere ancora di speranze
che le stagioni non hanno maturato
e che forse mai matureranno.

Sono un animale notturno
come il gufo come la civetta.

Le albe sono un assillo
mi spingono a correre
quando vorrei stendermi
di fronte al cielo tiepido di luna
e contare le stelle ad una ad una
e alla fine della conta
ricominciare come per le pecore
che saltano steccati una dopo l'altra
nelle notti insonni di afa sudata.

Non sono un viaggiatore solitario
che va in cerca del passato
per comprendere
e se possibile prevedere il futuro
ne mi piacciono le passeggiate solitarie
ne percorrere impervi viottoli di campagna
senza destinazioni certe.

Le mie radici affondano
nell'assolata campagna isolana
la mia carne è un impasto
di polvere e sudore
nelle mie vene scorre un sentore
di vento di deserto
di odore di terra riarsa dopo la pioggia
e di frumento quando odora ancora di sole.

Attendo la fine del temporale
quando il vento urla contro imposte serrate
come se assistessi
ad uno spettacolo che non mi tocca
per continuare la ricerca di parole
che dicano il vulcano di immagini
 e pensieri dentro mi urgono.

Sono un piccolo artigiano
che in fondo al vicolo
nella casa dalle imposte socchiuse
tinta con vernice grigia
che si confondono con la notte
scrive i suoi versi per scacciare
la paura dei domani e la solitudine.

Invidio la leggerezza del vecchio
malamente arricchito
che chiuso  nell'abito della domenica
lucido di fine seta sotto il sole
con passo leggero e sciolto
volteggiando il suo bastone
dalla punta ferrata
che disegna cerchi invisibili nell'aria
si avvia verso il sagrato della chiesa
ove l'aspetta la curiosità della gente
in mormorio di invidia.

Sono il maniscalco che nella notte
illuminata dal fuoco che arde nella forgia
s'industria sull'incudine a far diventare
oggetto di uso comune il ferro informe
abbandonato in fondo alla bottega
per lunghi giorni di indecisione.

Non sono un poeta non c'è folla che preme
per ascoltare i miei versi
ne discepoli a cui trasmettere
conoscenze o scoperte
da tramandare alle genti future
sono solo un piccolo artigiano
che inventa il presente
spera in un futuro migliore
e in un esaminatore finale
non giusto ma clemente.



  Da " Oltre l'orizzonte" PIM Varsavia







giovedì 2 marzo 2017

Vecchio Macello

Davano sangue da bere ai bambini perchè , rinsecchite le fonti di paura e di fame, le madri non avevano più latte.
  Sul muro bianco di calce, ove occhieggiavano cristalli di gesso sotto il sole,come occhi di gatto in agguato nella notte, campeggiava la scritta" Lunga vita al.. " e sotto, appena leggibile," Macello":
Indolenti i cani nell'ombra, e l'afa toglieva quasi il respiro, stavano in attesa di ossa da spolpare. Monotona la fontana vicina mesceva acqua amara ed il rumore di ruscello che scorre in un letto di pietre sconnesso, si confondeva con il canto-nenia delle lavandaie intente al loro lavoro.




Da " Poesie di volti e memorie " di calogero restivo
Prova d'Autore Editore Catania

sabato 25 febbraio 2017

Pacati silenzi


Questa terra , arsa di un sole che tinge di deserto i campi, alte le sponde non impedimento a pirati e conquistatori di approdi improvvisi e clandestini, abbraccia il mare.
   Madre amorosa e burbero padre , come per una recita,  si alternano ad inventare incertezze.
   Le braccia conserte i marinai, messe all'asciutto le barche, dall'alto del sagrato della chiesa , posta sullo scoglio come un gufo, si fanno indovini di bonacce scrutando gli orizzonti con pacati silenzi e lenti gesti delle mani.




Tratta " Poesie di volti e memorie" di calogero restivo
Prova d'Autore Editore Catania

sabato 11 febbraio 2017

giovedì 9 febbraio 2017

Malinconia

Malinconia arrivi inattesa, ancora non è sera.  Non è l'ora solita in cui i rimpianti
amari come cicuta affiorano alla mente uno dopo l'altro come poste di rosario.
 Non è l'ora di ricordi di speranze tenute al caldo e cullate  e che alla fine hanno
morso come serpe allevata nel petto.
 Sono a vivere come pietra miliare su una strada che nessuno percorre  come albero secolare
chiamato a fare ombra e mai frutti, seminatore di foglie morte quando l'autunno s'avanza.
  Malinconia puoi aspettare. Soli rossi fuoco come carboni ardenti bruciano gli orizzonti.
  Non sarà vana l'attesa ne lunga.




Da " Poesie di volti e memorie" di calogero restivo
Prova d'Autore Editore Catania



domenica 5 febbraio 2017

venerdì 27 gennaio 2017

La notte



E' un mare oceano
la notte
senza confini
senza sponde
una  prateria
che all'orizzonte si fa cielo
in un abbraccio
linea continua
come i desideri
senza fine.


Poesia tratta dalla raccolta " DAL MARE CHE NON C'è"
di Calogero  Restivo
Edizioni AKKUARIA  Catania

mercoledì 11 gennaio 2017

domenica 1 gennaio 2017

Premio Internazionale di Poesia Léopold Sédar Senghor

Secondo Classificato Sezione Libri editi di Poesia in lingua italiana con l'opera "Dal Mare che non c'è".