Invidio i poeti
che sanno tessere versi
o comporre inni
traendo dalla memoria
immagini di Ciclopi
e Veneri sorte da cristalline acque
e adagiate su spiagge di sogno.
cancellando dal panorama
-come da un ritratto
mal riuscito-
immagini di ciminiere
e mari di cemento
dove un tempo alberi svettavano
sui colli vicini e sui monti.
Ruscelli garruli
scorrevano tra pietre
sconnesse dal caso.
Di te mi rimane
nella memoria e negli occhi
lo sguardo di donna
annegato nell'ampio mare
in angosciosa attesa di ritorni
stretta in uno scialle
nero come la notte:
inutile sfida
al vento di tempesta.
Tu vivi nel passato
come un vecchio
carico d'anni e di rimpianti
e non ti accorgi
che ora
è la vita
ed invano attendi
altri dei
altre età
suonando vecchie melodie
su pianoforti scordati.
Da " Lanterna sul mondo" di calogero restivo
ERANOVA Editrice
Amico mio,ma tu sei un poeta e canti lo scempio dell'urbanizzazione selvaggia.Chi verseggia richiamandosi ai miti antichi,fa solo esercizio letterario.
RispondiEliminaPoeticamente convicente è la strofa centrale:allì orizzonte; c'è sempre una donna con le lacrime agli occhi che ci saluta e ci aspetta in ansia;e questa donna può essere la mamma la donna la terra natia.Si,si suonano vecchie melodie su pianoforti scordati ma con lo sguardo rivolto ad un'altra età dell'oro.Ed è la mostra salvezza.Mi piace molto.
GRAZIE TANTE PER IL TUO GRADITO COMMENTO.
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