Cerco invano
i panorami dell'infanzia
il giallo ripetuto all'infinito
di dipinto inquietante
dove anche gli orizzonti
sono tinti di verde.
La lava fredda sugli usci
a ricordare che il vulcano
buono a intrattenere gente del nord
con i suoi fumi di fucina di fabbro
accesa sempre
e le sue nevi che scintillano al sole
a volte semina morte
e sconvolge anche i panorami.
Cerco invano il venticello
alito di valli profonde annegate di nebbia
anche quando mature erano le messi
che saliva verso il Castelluccio
dove trascorrevo le estati.
Ricambio in silenzi
il sorriso della gente.
I canti hanno altre note
manca il rotolare del carro
sulle pietre sconnesse
e la voce cavernosa del carrettiere
che canta amori disperati
e quella del venditore di basilico.
Stradine strette e tortuose
e la visione da cartolina illustrata
della montagna innevata
che incombe sulle case.
E' qui ora la mia casa
e queste estati lente vedo passare
seduto al balcone
a rifare i conti con il passato
a rivedere errori e gioie e ansie
e bere fino in fondo
il calice amaro dei rimpianti.
Da " Dal mare che non c'è di calogero restivo
AKKUARiA Edizioni Catania
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