Il pensiero " Contraddisse e si contraddisse" formulato per se stesso da Sciascia, concittadino di Calogero Restivo, anch'egli di Racalmuto, sovviene leggendo " poesie di volti e memorie" ( Prova d'Autore). Il Poeta " immerso solitario e coraggioso in un mare senza fondo" propone un cammino condotto a ritmo intenso della franchezza e di gagliarde contraddizioni.
Del resto, sosteneva Hegel, l'antinomia è la regola del vero.
Calogero traccia, assieme a quelli esteriori ( e amatissimi), paesaggi dell'anima screziandone i contorni. " Non importa se seduto sull'aia a contare le stelle, il vento all'improvviso snocciola il rosario degli urli e sbatte in faccia la sabbia prelevata dal deserto".
Offre, leggiamo nella prefazione di Mario Grasso, " un canto lirico modulato con voce sommessa, sincera e disinibita".
Conduce un itinerario ininterrotto, diversificato dalla ansietà di vivere da una fiorita sequenza di " propositi e speranze".
Nel ciclico gioco dell'alternanza delle stagioni, il silenzio (" Vestirò di silenzio le mie ansie, le promesse mancate, i giuramenti al chiaro di luna, perchè le parole sono come l'aria che le porta lontano e cancella un timido alito di vento.") si contrappone alla parola ( " parliamo delle ansie e dei pericoli corsi, di modi scoperti di inventare i domani, che ogni giorno si facevano ieri spesi in inutili attese. Non sapevamo di essere felici ") , l'oblio (" i miei ricordi sono casolari di campagna abbandonati, da cui i ladri hanno rimosso porte e finestre lasciando solo desolazione") ai ricordi("saltellano come marionette mosse dal puparo, che tiene i fili e fa avanzare ora l'una ora l'altra. Sono immagini che vengono dal passato, perchè la memoria le resuscita") , la rassegnazione
(" affiorano rimpianti assieme a ricordi, che non cambiano quanto scritto nel libro degli assegnati destini") alla speranza (" ho visto un uomo correre nella sera, inseguiva i tramonti, per prolungare all'infinito il giorno e vivere un'eterna gioventù senza domani, l'ipotesi (" se fossi poeta metterei le ali ai bambini poveri, per vederli volteggiare liberi nel cielo, e non giocare nel fango di lividi inverni capricciosi"), alla certezza (" sono partiti nel buio della notte, le scarpe appese alle spalle, come bisacce ai fianchi dei muli, per non pagare il prezzo del vivere quotidiano con complici versi servili"), incessantemente, come il chiarore al calar del sole. " SCRIVO " svela l'autore di questo tesoretto della memoria, per sentire l'anima, per vedere i colori, per sentirne i contorni, per sfiorarla e sentire che è vero che la sua pelle è velluto come di pesca, ed ha la forma tonda come di mondo").
Grazia Calanna
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