sabato 13 luglio 2013

Continua appunti critici su "Poesie di volti e memorie" di Stefania Calabrò

Infine il passato è anche allusione a quello che è stato il tempo di Mussolini e del fascismo, ma rievocando il tutto in modo estremamente velato e accennando indirettamente alle politiche  e le spinte del regime, come accade nella poesia a pag.28 in "Suonano le campane" e in quella a pag.26 " Il quadretto". Nella prima vi è la reminiscenza della politica Mussoliniana volta alla creazione di famiglie numerose, perchè la popolazione numerosa era quella che poi si sarebbe potuto portare alle armi, basti leggere alcune righe di pag28: " Un tempo si piantava un albero quando nasceva un bimbo " Era un tentativo di vincere la guerra senza guerreggiare, un dire al nemico vero o immaginario " vedi quanti alberi abbiamo? non ti conviene..." Ancora a pag.26 in cui l'artista magistralmente fa cenno a un " fascio di luce" o a " bambini inginocchiati nel fango  che giocavano a disegnarsi il volto di nero come gli indiani nei film." senza mai espressi e espliciti riferimenti. Eppure ad una lettura attenta è possibile evincere l'idea antifascista dell'autore che parla di "gesti mimati" delle madri dei bambini che si dipingevano il viso...I gesti mimati per Restivo hanno più importanza delle parole. Il silenzio infatti ha più importanza delle parole, il silenzio si anima, i silenzi sono pacati(pag41) mentre nella poesia di Flora Somma il silenzio è ossimoro e si rumoroso, in Cakogero Restivo il silenzio è animato : " ha voce il silenzio e parole, basta sapere ascoltarlo", come scrive a pag.33 o ancora a pag. 39 " se ascolti il silenzio puoi udire voci che vengono da lontano", è talmente importante il silenzio che l'artista vorrebbe berlo goccia a goccia fino ad ubriacarsi dello stesso come fosse vino(pag.56).
Ultimo elemento che sento di dovere condividere con voi senza poterne fare a meno è la  grande capacità del poeta di personificare e d animare sia la natura che i soggetti astratti.
La natura compie azioni infinite, tanto che il poeta si rivolge per esempio alla montagna, e non solo, in prima persona; a pag.19 scrive: " te montagna, te vallata, te vecchio castello, te vecchia strada, te vecchio paese". La sera sorride, pag 25, ancora la sera " manda segnali di approdi", le spighe " solleticano pag.11, il sole  si posa sulla cima e indora il monte, l'onda culla le barche pag12, la terra si fa sposa, amante, compagna lungo i sentieri della vita  pag.13.
La poesia di Calogero Restivo è assai densa, si potrebbe stare a parlare per ore ed ore considerando gli innumerevoli spunti di riflessione che offre, anche sulla stessa concezione di poesia, cui dedica peraltro il componimento " Una poesia " pag.59 e e dei poeti pag 58 o ancora sulla figura di donna. L'autore ha tanto da dire e di esprimere e mi scuserete per non essermi soffermata su altri ed importanti elementi, ma non ne avrei nemmeno il tempo . Per concludere dunque vorrei leggervi una lirica che a mio dire ci spiega chi è l'autore: Il Poesta infatti ha dentro di se una musica e lo scrive  a chiare lettere a pag.28
                                     c'è un musica
" C'è una musica dentro di me, che scorre come acqua di fiume che inventa anse contorte nel suo andare a diventare mare. C'è una musica dentro di me, che quando i tramonti si fanno trine delicate di colori vari che il vento soffiando varia e cancella, prende ritmi d'altri tempi

                                                               Stefania  Calabrò

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