Solitudine C'è vita forse al di là di queste quattro pareti assediate da larghi viali di città che non hanno anima nè pensieri ma solo ombre che s'incontrano senza vedersi. Una sirena nella notte lacera il silenzio.
martedì 30 luglio 2013
martedì 23 luglio 2013
Poesia inedita " Monumento al coraggio"
Tu che hai visto la luna da vicino
dimmi come sono le albe
ed i tramonti
come sono le valli e come i monti
e come appare la tera vista da lassù
piccola palla colorata d'azzurro
spersa nell'immenso nulla
abitata da milioni di formiche
che si credono aquile
senza avere le ali per volare.
"Monumento al coraggio"
mi piace chiamarti
che hai camminato sulle nuvole
e parlato con le stelle a tu per tu
come ho sognato di fare
e scritto tante colte
con le parole che ho chiamato versi
cosa si sente a vivere nel sogno
se il sogno diventa realtà?
Dimmi c'erano ancora gli angeli
ed erano contenti
d'essere ancora compagni
a tanta gente
distratta dai problemi della vita
o erano stanchi di corse
e notti insonni
ora che ai compiti assegnati
s'è aggiunto d'insegnare ai bambini
che volare è come sorridere alla vita?
Inedito( dedicato all'impresa del cosmonauta italiano) di calogero restivo
Tutti i diritti sono riservati secondo le disposiizioni riguardanti i diritti d'Autore
lunedì 15 luglio 2013
Sulla " Sicilia " del 10 luglio 2013 Grazia Calanna pubblica " Poesia - Cammino nei paesaggi dell'anima
Il pensiero " Contraddisse e si contraddisse" formulato per se stesso da Sciascia, concittadino di Calogero Restivo, anch'egli di Racalmuto, sovviene leggendo " poesie di volti e memorie" ( Prova d'Autore). Il Poeta " immerso solitario e coraggioso in un mare senza fondo" propone un cammino condotto a ritmo intenso della franchezza e di gagliarde contraddizioni.
Del resto, sosteneva Hegel, l'antinomia è la regola del vero.
Calogero traccia, assieme a quelli esteriori ( e amatissimi), paesaggi dell'anima screziandone i contorni. " Non importa se seduto sull'aia a contare le stelle, il vento all'improvviso snocciola il rosario degli urli e sbatte in faccia la sabbia prelevata dal deserto".
Offre, leggiamo nella prefazione di Mario Grasso, " un canto lirico modulato con voce sommessa, sincera e disinibita".
Conduce un itinerario ininterrotto, diversificato dalla ansietà di vivere da una fiorita sequenza di " propositi e speranze".
Nel ciclico gioco dell'alternanza delle stagioni, il silenzio (" Vestirò di silenzio le mie ansie, le promesse mancate, i giuramenti al chiaro di luna, perchè le parole sono come l'aria che le porta lontano e cancella un timido alito di vento.") si contrappone alla parola ( " parliamo delle ansie e dei pericoli corsi, di modi scoperti di inventare i domani, che ogni giorno si facevano ieri spesi in inutili attese. Non sapevamo di essere felici ") , l'oblio (" i miei ricordi sono casolari di campagna abbandonati, da cui i ladri hanno rimosso porte e finestre lasciando solo desolazione") ai ricordi("saltellano come marionette mosse dal puparo, che tiene i fili e fa avanzare ora l'una ora l'altra. Sono immagini che vengono dal passato, perchè la memoria le resuscita") , la rassegnazione
(" affiorano rimpianti assieme a ricordi, che non cambiano quanto scritto nel libro degli assegnati destini") alla speranza (" ho visto un uomo correre nella sera, inseguiva i tramonti, per prolungare all'infinito il giorno e vivere un'eterna gioventù senza domani, l'ipotesi (" se fossi poeta metterei le ali ai bambini poveri, per vederli volteggiare liberi nel cielo, e non giocare nel fango di lividi inverni capricciosi"), alla certezza (" sono partiti nel buio della notte, le scarpe appese alle spalle, come bisacce ai fianchi dei muli, per non pagare il prezzo del vivere quotidiano con complici versi servili"), incessantemente, come il chiarore al calar del sole. " SCRIVO " svela l'autore di questo tesoretto della memoria, per sentire l'anima, per vedere i colori, per sentirne i contorni, per sfiorarla e sentire che è vero che la sua pelle è velluto come di pesca, ed ha la forma tonda come di mondo").
Grazia Calanna
Del resto, sosteneva Hegel, l'antinomia è la regola del vero.
Calogero traccia, assieme a quelli esteriori ( e amatissimi), paesaggi dell'anima screziandone i contorni. " Non importa se seduto sull'aia a contare le stelle, il vento all'improvviso snocciola il rosario degli urli e sbatte in faccia la sabbia prelevata dal deserto".
Offre, leggiamo nella prefazione di Mario Grasso, " un canto lirico modulato con voce sommessa, sincera e disinibita".
Conduce un itinerario ininterrotto, diversificato dalla ansietà di vivere da una fiorita sequenza di " propositi e speranze".
Nel ciclico gioco dell'alternanza delle stagioni, il silenzio (" Vestirò di silenzio le mie ansie, le promesse mancate, i giuramenti al chiaro di luna, perchè le parole sono come l'aria che le porta lontano e cancella un timido alito di vento.") si contrappone alla parola ( " parliamo delle ansie e dei pericoli corsi, di modi scoperti di inventare i domani, che ogni giorno si facevano ieri spesi in inutili attese. Non sapevamo di essere felici ") , l'oblio (" i miei ricordi sono casolari di campagna abbandonati, da cui i ladri hanno rimosso porte e finestre lasciando solo desolazione") ai ricordi("saltellano come marionette mosse dal puparo, che tiene i fili e fa avanzare ora l'una ora l'altra. Sono immagini che vengono dal passato, perchè la memoria le resuscita") , la rassegnazione
(" affiorano rimpianti assieme a ricordi, che non cambiano quanto scritto nel libro degli assegnati destini") alla speranza (" ho visto un uomo correre nella sera, inseguiva i tramonti, per prolungare all'infinito il giorno e vivere un'eterna gioventù senza domani, l'ipotesi (" se fossi poeta metterei le ali ai bambini poveri, per vederli volteggiare liberi nel cielo, e non giocare nel fango di lividi inverni capricciosi"), alla certezza (" sono partiti nel buio della notte, le scarpe appese alle spalle, come bisacce ai fianchi dei muli, per non pagare il prezzo del vivere quotidiano con complici versi servili"), incessantemente, come il chiarore al calar del sole. " SCRIVO " svela l'autore di questo tesoretto della memoria, per sentire l'anima, per vedere i colori, per sentirne i contorni, per sfiorarla e sentire che è vero che la sua pelle è velluto come di pesca, ed ha la forma tonda come di mondo").
Grazia Calanna
sabato 13 luglio 2013
Continua appunti critici su "Poesie di volti e memorie" di Stefania Calabrò
Infine il passato è anche allusione a quello che è stato il tempo di Mussolini e del fascismo, ma rievocando il tutto in modo estremamente velato e accennando indirettamente alle politiche e le spinte del regime, come accade nella poesia a pag.28 in "Suonano le campane" e in quella a pag.26 " Il quadretto". Nella prima vi è la reminiscenza della politica Mussoliniana volta alla creazione di famiglie numerose, perchè la popolazione numerosa era quella che poi si sarebbe potuto portare alle armi, basti leggere alcune righe di pag28: " Un tempo si piantava un albero quando nasceva un bimbo " Era un tentativo di vincere la guerra senza guerreggiare, un dire al nemico vero o immaginario " vedi quanti alberi abbiamo? non ti conviene..." Ancora a pag.26 in cui l'artista magistralmente fa cenno a un " fascio di luce" o a " bambini inginocchiati nel fango che giocavano a disegnarsi il volto di nero come gli indiani nei film." senza mai espressi e espliciti riferimenti. Eppure ad una lettura attenta è possibile evincere l'idea antifascista dell'autore che parla di "gesti mimati" delle madri dei bambini che si dipingevano il viso...I gesti mimati per Restivo hanno più importanza delle parole. Il silenzio infatti ha più importanza delle parole, il silenzio si anima, i silenzi sono pacati(pag41) mentre nella poesia di Flora Somma il silenzio è ossimoro e si rumoroso, in Cakogero Restivo il silenzio è animato : " ha voce il silenzio e parole, basta sapere ascoltarlo", come scrive a pag.33 o ancora a pag. 39 " se ascolti il silenzio puoi udire voci che vengono da lontano", è talmente importante il silenzio che l'artista vorrebbe berlo goccia a goccia fino ad ubriacarsi dello stesso come fosse vino(pag.56).
Ultimo elemento che sento di dovere condividere con voi senza poterne fare a meno è la grande capacità del poeta di personificare e d animare sia la natura che i soggetti astratti.
La natura compie azioni infinite, tanto che il poeta si rivolge per esempio alla montagna, e non solo, in prima persona; a pag.19 scrive: " te montagna, te vallata, te vecchio castello, te vecchia strada, te vecchio paese". La sera sorride, pag 25, ancora la sera " manda segnali di approdi", le spighe " solleticano pag.11, il sole si posa sulla cima e indora il monte, l'onda culla le barche pag12, la terra si fa sposa, amante, compagna lungo i sentieri della vita pag.13.
La poesia di Calogero Restivo è assai densa, si potrebbe stare a parlare per ore ed ore considerando gli innumerevoli spunti di riflessione che offre, anche sulla stessa concezione di poesia, cui dedica peraltro il componimento " Una poesia " pag.59 e e dei poeti pag 58 o ancora sulla figura di donna. L'autore ha tanto da dire e di esprimere e mi scuserete per non essermi soffermata su altri ed importanti elementi, ma non ne avrei nemmeno il tempo . Per concludere dunque vorrei leggervi una lirica che a mio dire ci spiega chi è l'autore: Il Poesta infatti ha dentro di se una musica e lo scrive a chiare lettere a pag.28
c'è un musica
" C'è una musica dentro di me, che scorre come acqua di fiume che inventa anse contorte nel suo andare a diventare mare. C'è una musica dentro di me, che quando i tramonti si fanno trine delicate di colori vari che il vento soffiando varia e cancella, prende ritmi d'altri tempi
Stefania Calabrò
Ultimo elemento che sento di dovere condividere con voi senza poterne fare a meno è la grande capacità del poeta di personificare e d animare sia la natura che i soggetti astratti.
La natura compie azioni infinite, tanto che il poeta si rivolge per esempio alla montagna, e non solo, in prima persona; a pag.19 scrive: " te montagna, te vallata, te vecchio castello, te vecchia strada, te vecchio paese". La sera sorride, pag 25, ancora la sera " manda segnali di approdi", le spighe " solleticano pag.11, il sole si posa sulla cima e indora il monte, l'onda culla le barche pag12, la terra si fa sposa, amante, compagna lungo i sentieri della vita pag.13.
La poesia di Calogero Restivo è assai densa, si potrebbe stare a parlare per ore ed ore considerando gli innumerevoli spunti di riflessione che offre, anche sulla stessa concezione di poesia, cui dedica peraltro il componimento " Una poesia " pag.59 e e dei poeti pag 58 o ancora sulla figura di donna. L'autore ha tanto da dire e di esprimere e mi scuserete per non essermi soffermata su altri ed importanti elementi, ma non ne avrei nemmeno il tempo . Per concludere dunque vorrei leggervi una lirica che a mio dire ci spiega chi è l'autore: Il Poesta infatti ha dentro di se una musica e lo scrive a chiare lettere a pag.28
c'è un musica
" C'è una musica dentro di me, che scorre come acqua di fiume che inventa anse contorte nel suo andare a diventare mare. C'è una musica dentro di me, che quando i tramonti si fanno trine delicate di colori vari che il vento soffiando varia e cancella, prende ritmi d'altri tempi
Stefania Calabrò
venerdì 12 luglio 2013
Continua da appunti critici ! su poesie di volti e memorie di Stefania Calabrò
Direttamente correlato all'elemento del tempo e dell'alternarsi di di stagioni e giorni è il tema profondamenre sentito da calogero restivo del passato e conseguentemente della memoria, tanto da ritrovare nel titolo della silloge di poesie" Poesie di volti e memorie" proprio in riferimento alla memoria. Sicuramento è un trascorso che viene rivissuto dal poeta nel momento in cui lo stesso esterna il suo senso di nostalgia tramite la scrittura, per questo poc'anzi accennavo proprio al fatto che il foglio bianco diventa per lo stesso complice ma soprattutto confidente, un confidente al quale confessare i sentimenti e le malinconie, gli amori e gli affetti, che nella vita ci restano e nel cuore ci segnano, il foglio bianco è un confidente ma permette soprattutto di fissare definitivamente i ricordi sia belli, sia dolorosi: ciò concede al lettore una "comunicazione diretta" con l'autore, espressione precisata in prefazione, autore che trasmette sinceramente i moti dell'anima. Nel breve componimento a pag. 74, intitolato " Ma non sarà il tempo" ritroviamo tutti questi elementi. Ve la leggo: " Forse è il tempo che filato mi riporta i nodi e la malinconia della sera che vena di rosa pallido l'azzurro a proiettare sul muro di calce, come un film, un passato trascorso e non dimenticato: Rivissuto sanguina ancora come ferita profonda appena prodotta da improvvido gesto".Tra i ricordi legato al passato vi sono sicuramente il volto e i gesti della madre, che ritornano qua e là, in diverse liriche, prima tra tutte quella a pag.15 che è giustappunto intitolata " Sorriso di madre" Il passato che non è più e che torna costantemente e nostalgicamente fa" scollegare al lettore" la spina dalla contemporaneità di velocità supersonica , in cui il tempo per pensare sembra essere svanito: il lettore ha la sensazione di rallentare e viene catapultato nel periodo pre e post guerra, insomma quello vissuto dalle generazioni precedente alla mia in cui lo stile di vita era senz'altro diverso a quello di oggi, e le fatiche fisiche, anche quelle compiute dalle donne, non erano certo quelle della nostra quotidianità. I villaggi era costruiti di pietra, pietra con cui era stata eretta la casa dell'autore e a ci è dedicata la poesia " La pietra" a pag. 16 che ricorda " resti di un villaggio reso deserto dalla peste e dirupato dal tempo". A tal proposito anche la poesia a pag18, intitolata " Mietitori" è un chiaro riferimento a quanto la vita fosse dura, nei tempi precedenti al processo di tecnologizzazione " acuta", infatti per il Restivo " ...i mietitori stanno, al misto di afa e sudore, la falce appesa alla spalla cotta dal sole...ammantati di malinconia e mistero, in silenzio". Ancora il passato è quel bambino che si rivolge in preghiera a Dio, è quel bambino che non ha più fattezza e di bambino fuori, che ormai ha un corpo di adulto, ma che dentro è rimasto fanciullo: a pag.21: "Caro Dio...son quel bambino in ginocchio sugli scalini umidi dell'altare maggiore della chiesa di San Giuliano...Caro Dio sai che sono cresciuto e che si avvicinano gli anni della vecchiaia? E' tempo per me di fare conto di quel tanto sperato e del poco realizzato nella vita..." Questa poesia è una delle mie preferite perchè permette al lettore di fare un balzo e tornare al presente; l'Autore fa infatti una precisa richiesta a Dio, a Ppag..23 appunta: " Caro Dio...hai mai pensato ad una nuova discesa sulla terra? Vi sono tante cose quaggiù che non vanno, sapessi...O era peggio l'altra volta?" Il trascorso è costituito anche dalle rimembranze della gioventù vissuta, basti pensare che la parola bambini si ripete innumerevoli volte, come a pag.33, 34, 35,36, 46, 47, 48, 53, 54, 56, 62,63, e non continuo ad elencarle. Ma il passato è quel legame con l'esistenza che induce lo scrittore a definire che cosa è per lui la vitta,è pessimismo, malinconia, ma è vita, ed anche quello che deve ancora accadere e si mescola col pensiero delle domande cui l'uomo non avrà ma risposte, come il chiedersi che cosa vi sia dopo la morte. Si parla di vita per esempio a pag.18 nella poesia " Se piove", la vita è " pioggia incerta, schiava del vento e del caso" ed in innumerevoli altre poesie, ma la più bella secondo me è a pagina 25 ove la vita è paragonata ad una trottola" Nel momento in cui inizia il giro della trottola, si fermerà quando sarà finita la spinta che gli ha impresso lo spago.Non servono parole, bastano i silenzi"
CONTNUA
CONTNUA
lunedì 8 luglio 2013
Appunti critici Di Stefania Calabrò su " Poesie di volti e Memorie " di calogero restivo
La poesie di calogero restivo rappresenta un esempio di poesia originale, la poesia della vita e
esperienza, del fanciullo, della memoria. Calogero Restivo è il " poeta del tempo" se mi è concesso di usare questa espressione.
L'inconsueta abolizione dell'utilizzo del verso, cosa che viene sottolineata ed è stata caldeggiata da Mario Grasso, rende le liriche fruibili e tanto scorrevoli alla lettura da riuscire a fare immergere il lettore nel cuore e nell'animo dell'Autore, Autore che col foglio bianco si confida e diventa complice.
Non mi soffermo quindi sulla peculiarità di queste liriche e relativa alla abolizione del verso, in quanto già ampiamente spiegato in prefazione, ma su altri tratti che ritengo distintivi ed originali del poeta stesso.
Primo elemento che colpisce il lettore riguarda la chiara scansione delle tempistiche " il tempo che passa nel conteggio di ore" pag.20, mi riferisco alla precisa scansione delle stagioni, in particolar modo estati, primavere (" verrà la primavera, è cosa prevista e scritta nel calendario" pag.38) e autunni( in "perchè scrivo" pag.39 " e se viene, denuda l'inganno di estati felici che riempivano di sogni gli inverni lenti al principio, alla chiusa degli autunni" ) e basti guardare a diversi titoli, come La lunga estate pag.34 o la Nuova primavera pag.35; mi riferisco inoltre alla sera si pensi alla poesia a pag. 75 " Non attendermi a sera "), l'alba, LA NOTTE, che tornano imperterrite a definire il tempo che scorre come sabbia del deserto, alla giornate che sui susseguono, si legga pag.20" Muore il giorno" : " muore il giorno finalmente o è la sera che avanza?" o ancora a pag.38 " non ha pensieri la notte, nè parole , solo sospiri e silenzi ":
Il tempo quindi, " il tempo che consuma il futuro" ( come riportato a pag.17 ), come elemento sempre presente sullo sfondo delle liriche, il tempo che passa e che non torna, a pag. 20 l'Autore annota" il tempo che passa nel conteggio di ore, ne assaporo gli odori", o ancora il tempo rappresentato come elemento che nella vita è sempre presente senza provocare rumori, così è a pag. 38: " intanto il tempo passa silenzioso, va col passo felpato dei ladri assieme alla brezza di mare e l'odore di salsedine e ti inganna di sempre"
Continua
esperienza, del fanciullo, della memoria. Calogero Restivo è il " poeta del tempo" se mi è concesso di usare questa espressione.
L'inconsueta abolizione dell'utilizzo del verso, cosa che viene sottolineata ed è stata caldeggiata da Mario Grasso, rende le liriche fruibili e tanto scorrevoli alla lettura da riuscire a fare immergere il lettore nel cuore e nell'animo dell'Autore, Autore che col foglio bianco si confida e diventa complice.
Non mi soffermo quindi sulla peculiarità di queste liriche e relativa alla abolizione del verso, in quanto già ampiamente spiegato in prefazione, ma su altri tratti che ritengo distintivi ed originali del poeta stesso.
Primo elemento che colpisce il lettore riguarda la chiara scansione delle tempistiche " il tempo che passa nel conteggio di ore" pag.20, mi riferisco alla precisa scansione delle stagioni, in particolar modo estati, primavere (" verrà la primavera, è cosa prevista e scritta nel calendario" pag.38) e autunni( in "perchè scrivo" pag.39 " e se viene, denuda l'inganno di estati felici che riempivano di sogni gli inverni lenti al principio, alla chiusa degli autunni" ) e basti guardare a diversi titoli, come La lunga estate pag.34 o la Nuova primavera pag.35; mi riferisco inoltre alla sera si pensi alla poesia a pag. 75 " Non attendermi a sera "), l'alba, LA NOTTE, che tornano imperterrite a definire il tempo che scorre come sabbia del deserto, alla giornate che sui susseguono, si legga pag.20" Muore il giorno" : " muore il giorno finalmente o è la sera che avanza?" o ancora a pag.38 " non ha pensieri la notte, nè parole , solo sospiri e silenzi ":
Il tempo quindi, " il tempo che consuma il futuro" ( come riportato a pag.17 ), come elemento sempre presente sullo sfondo delle liriche, il tempo che passa e che non torna, a pag. 20 l'Autore annota" il tempo che passa nel conteggio di ore, ne assaporo gli odori", o ancora il tempo rappresentato come elemento che nella vita è sempre presente senza provocare rumori, così è a pag. 38: " intanto il tempo passa silenzioso, va col passo felpato dei ladri assieme alla brezza di mare e l'odore di salsedine e ti inganna di sempre"
Continua
domenica 7 luglio 2013
Brevi cenni di commento a " Poesie di volti e Memorie di Grazia Calanna.
Il pensiero"Contraddisse e si contraddisse" formulato per se stesso da Leonardo Sciascia, concittadino del nostro Calogero Restivo, anch'egli di Racalmuto, sovviene leggendo "Poesie di Volti e Memorie" ovvero, per usare le parole del curatore letterario Mario Grasso, " un canto lirico modulato con voce sommessa, sincera e disinibita.
Un viaggio incessante segnato dalle ansie del vivere ma, altrettanto, da una ricca sequenza di "propositi e speranze".
Calogero disegna, assieme a quelli esteriori e amatissimi, i paesaggi dell'anima avendo particolare cura dei variegati contorni.
Calogero " immerso solitario e coraggioso in un mare senza fondo"( pag.44 ) propone al lettore un cammino ininterrotto condotto al ritmo martellante della verità e con essa, in quanto connaturale,di robusta contraddizione.
Del resto, come sosteneva Hegel (Tesi di abilitazione, 1801) " La contraddizione è la regola del vero come la non contraddizione è la regola del falso."
Vi leggo,raffrontandoli, alcuni passi in cui, nel gioco ripetitivo delle stagioni, il silenzio si contrappone alla parola, l'oblio ai ricordi, predestinazione e rassegnazione alla speranza, l'ipotesi alla certezza, così come l'alba al crepuscolo, incessantemente :pag,. 24-42A ( silenzi/ parola
pag.34 B - pag. 39 B 8 Oblio / memoria)
pag. 40 C - pag. 44C - 49C( rassegnazione, coraggio, speranza)
pag. 63D - 47D ipotesi-teorie utilissime e stimolanti per impostare peculiari certezze - / ricerche
Concludo con due domande che prendono spunto dai suoi versi:" Non importa se seduto sull'aia a contare le stelle, il vento all'improvviso snocciola il rosario degli urli e sbatte in faccia la sabbia prelevata dal deserto che al di là del mare, disteso come gigante annoiato, immoto e solenne, aspetta che il tempo,in dune allineate come pieghe di ventaglio, ne ridisegni forme e contorni"
(da Amo le cose vere pag.70)
Potendo ridisegnarlo che forma e quali contorni darebbe al nostro tempo, e più genericamente, alla nostra esistenza?
" Scrivo per sentire l'anima per vedere i colori per sentirne i contorni, per sfiorarla e sentire che è vero che la sua pelle è velluto come di pesca, e ha la forma tonda come di mondo" ( da scrivo. pag.31)
Con i suoi versi per chiederle, dopo tanti anni intitolati con dovizia alla scrittura qual è stata,ad oggi, la sua più rilevante scoperta?
Grazia Calanna (06/07/2013)
Un viaggio incessante segnato dalle ansie del vivere ma, altrettanto, da una ricca sequenza di "propositi e speranze".
Calogero disegna, assieme a quelli esteriori e amatissimi, i paesaggi dell'anima avendo particolare cura dei variegati contorni.
Calogero " immerso solitario e coraggioso in un mare senza fondo"( pag.44 ) propone al lettore un cammino ininterrotto condotto al ritmo martellante della verità e con essa, in quanto connaturale,di robusta contraddizione.
Del resto, come sosteneva Hegel (Tesi di abilitazione, 1801) " La contraddizione è la regola del vero come la non contraddizione è la regola del falso."
Vi leggo,raffrontandoli, alcuni passi in cui, nel gioco ripetitivo delle stagioni, il silenzio si contrappone alla parola, l'oblio ai ricordi, predestinazione e rassegnazione alla speranza, l'ipotesi alla certezza, così come l'alba al crepuscolo, incessantemente :pag,. 24-42A ( silenzi/ parola
pag.34 B - pag. 39 B 8 Oblio / memoria)
pag. 40 C - pag. 44C - 49C( rassegnazione, coraggio, speranza)
pag. 63D - 47D ipotesi-teorie utilissime e stimolanti per impostare peculiari certezze - / ricerche
Concludo con due domande che prendono spunto dai suoi versi:" Non importa se seduto sull'aia a contare le stelle, il vento all'improvviso snocciola il rosario degli urli e sbatte in faccia la sabbia prelevata dal deserto che al di là del mare, disteso come gigante annoiato, immoto e solenne, aspetta che il tempo,in dune allineate come pieghe di ventaglio, ne ridisegni forme e contorni"
(da Amo le cose vere pag.70)
Potendo ridisegnarlo che forma e quali contorni darebbe al nostro tempo, e più genericamente, alla nostra esistenza?
" Scrivo per sentire l'anima per vedere i colori per sentirne i contorni, per sfiorarla e sentire che è vero che la sua pelle è velluto come di pesca, e ha la forma tonda come di mondo" ( da scrivo. pag.31)
Con i suoi versi per chiederle, dopo tanti anni intitolati con dovizia alla scrittura qual è stata,ad oggi, la sua più rilevante scoperta?
Grazia Calanna (06/07/2013)
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