Solitudine C'è vita forse al di là di queste quattro pareti assediate da larghi viali di città che non hanno anima nè pensieri ma solo ombre che s'incontrano senza vedersi. Una sirena nella notte lacera il silenzio.
sabato 26 ottobre 2019
CHICCHI DI GRANO
Rivedo ancora
scolpite nella memoria
con mano sicura
come parole nel marmo
immagini di contadini
ubriachi di fatica e di sole
appresso ai muli la cui pelle
appena ricopriva le ossa.
In giri ossessivi sull'aia
estraevano da batuffoli di paglia
chicchi di grano minuti
come pagliuzze di oro
passate al crivello con la sabbia.
E a sera avevano canti per i bambini
che poggiavano la testa
sul petto rotto di fatica
come su un cuscino di piume morbido.
Poesia tratta dalla raccolta di Calogero Restivo
"Senza un fil rouge"
ERANOVA Editrice Delia
domenica 6 ottobre 2019
ESTATE
Cerco invano
i panorami dell'infanzia
il giallo ripetuto all'infinito
di dipinto inquietante
dove anche gli orizzonti
sono tinti di verde.
La lava fredda sugli usci
a ricordare che il vulcano
buono ad intrattenere gente del nord
con i suoi fumi di fucina di fabbro
accesa sempre
e le sue nevi che scintillano al sole
a volte semina morte
e sconvolge i panorami.
Cerco invano il venticello
alito di valli profonde
annegate di nebbia negli inverni lunghi
ristoro che saliva verso il Castelluccio
dove trascorrevo le estati.
Ricambio in imbarazzati silenzi
il sorriso delle genti.
I canti hanno altre note
manca il rotolare del carro
sulle pietre sconnesse
e la voce cavernosa del carrettiere
che canta amori disperati
e quella del venditore di basilico
che con la sua gerla di vimini sulle spalle
inondava le vie di odori paesani noti.
Stradine strette e tortuose
e la visione di cartolina illustrata
della montagna innevata
che incombe sulle case.
E' qui ora la mia casa
e queste estati lente vedo passare
seduto in ozio al balcone
dedito a rifare i conti con il passato
a rivedere errori e gioie
e bere fino in fondo
il calice amaro dei rimpianti.
Tratta dalla raccolta " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
EDIZIONI AKKUARIA CATANIA
i panorami dell'infanzia
il giallo ripetuto all'infinito
di dipinto inquietante
dove anche gli orizzonti
sono tinti di verde.
La lava fredda sugli usci
a ricordare che il vulcano
buono ad intrattenere gente del nord
con i suoi fumi di fucina di fabbro
accesa sempre
e le sue nevi che scintillano al sole
a volte semina morte
e sconvolge i panorami.
Cerco invano il venticello
alito di valli profonde
annegate di nebbia negli inverni lunghi
ristoro che saliva verso il Castelluccio
dove trascorrevo le estati.
Ricambio in imbarazzati silenzi
il sorriso delle genti.
I canti hanno altre note
manca il rotolare del carro
sulle pietre sconnesse
e la voce cavernosa del carrettiere
che canta amori disperati
e quella del venditore di basilico
che con la sua gerla di vimini sulle spalle
inondava le vie di odori paesani noti.
Stradine strette e tortuose
e la visione di cartolina illustrata
della montagna innevata
che incombe sulle case.
E' qui ora la mia casa
e queste estati lente vedo passare
seduto in ozio al balcone
dedito a rifare i conti con il passato
a rivedere errori e gioie
e bere fino in fondo
il calice amaro dei rimpianti.
Tratta dalla raccolta " Dal mare che non c'è"
di Calogero Restivo
EDIZIONI AKKUARIA CATANIA
Iscriviti a:
Post (Atom)