Solitudine C'è vita forse al di là di queste quattro pareti assediate da larghi viali di città che non hanno anima nè pensieri ma solo ombre che s'incontrano senza vedersi. Una sirena nella notte lacera il silenzio.
lunedì 30 marzo 2015
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giovedì 26 marzo 2015
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lunedì 23 marzo 2015
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venerdì 20 marzo 2015
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sabato 14 marzo 2015
Voci di Poesia: Saperti lì (di Ada Jacono)
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Voci di Poesia: Siamo oltre (di Matteo Cotugno)
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venerdì 13 marzo 2015
Poesia e poetica della memoria in Calogero Restivo di Matteo Troiano
" L'Erba Maligna" raccolta di liriche - Editore Lampi di Stampe Srl- Vignate Milano nella colla Ti Pubblica ottobre 2014.
Il testo prende il titolo della prima poesia "L'erba Maligna". Un aggettivo che caratterizza l'Italia contemporanea in preda agli imbonitori , venditori di giuggiole.
"L'erba Maligna" è il canto di un uomo giunto sul viale del tramonto coperto di scricchiolanti foglie gialle percorso dal lento andare di un uomo appesantito dagli anni e dalla corsa a scavezzacollo di un ragazzo: due immagini l'una specchio dell'altra, che si distinguono, si contrappongono e si fondono.(1).
E' il canto del poeta che ansante, come un vecchio treno a vapore, ancorchè " in grado ancora di percorrere strade ferrate", sta per giungere al deposito , dopo avere " percorso strade e trazzere/...
/inseguito sogni e illusioni / ed amori /; dopo aver poetato, inventando mari .../ lidi e porti / per evadere, andare oltre l'orizzonte del cerchio di colline" soffocanti. ( 2)
Ma il poeta è attaccato alla vita : con grande gioia e un profondo respiro di sollievo nella lirica " Sai che c'è di nuovo ? / c'è che siamo ancora qui a ricamare sogni/...con il cuore oltre l'ostacolo /; e ancora nella lirica " Meno male" che c'è il cielo /... che c'è il sole...sorridente ...anche quando non si vede..../ la sera / con i suoi tramonti accesi/ e poi diventa notte.../ il buio.../ le stelle in cielo.../ per consolarti di non essere solo nell'universo/ che fa paura ed è impossibile capire quanto è grande.
E vorrebbe tenere lontana nel tempo da sè il più possibile la signora vestita di nero con il falcione.
Come Bertoldo voleva scegliere l'albero da cui penzolare, nella lirica " Se..." il poeta vorrebbe scegliere il tempo in cui la signora vestita di nero dovrebbe agguantarlo avvolgerlo e portarlo chissà dove. E lo esprime questo desiderio insoddisfattibile con il candore e il lamento di un fanciullo che
tenta difendersi: non in un giorno d'estate " non in un giorno di pioggia" " Nè di sera tardi.../ nemmeno di mattina.../e certo non di domenica/; forse in una giornata di primavera, tra aprile e maggio con le prescrizioni sopra elencate. In " Varianti " (1), sulla scia di Jannacci del " Vengo anch'io" conclude
" Variante sette:non esiste". Se non posso assistere da vivo/ e godermi lo spettacolo/ rinunzio.
Davanti allo specchio nella lirica " Tu chi sei" -si interroga- ombra o fantasma...dai capelli bianchi.../
su un viso disegnato di rughe/...se sei ombra e mi segui/ non importa/ fa che ti ritrovi solo/ riflesso negli specchi/ ove raramente mi soffermo".
E manifesta di ignorare lo stato di anzianità e di volersi sentire e percepire ancora giovane.
Il poeta Restivo non è attaccato solo alla vita in sè e per sè con una visione filosofica e letteraria oscillante tra la non credenza ed il mistero a cui nessuno è in grado di dare una risposta, è legato al suo passato segnato dall'anelito ad evadere da Racalmuto chiuso da una cerchia di colline e legato profondamente alla sua terra siciliana da soffrire tanto, quando è lontano , da avere il " Mal d'Africa"
(1) d Sicilia. Si ha la sensazione dolorosa di un uomo troppo ripiegato su se stesso.
La fonte della poesia Restiviana è la memoria contrapposta al tempo.
Nella lirica " La memoria" il poeta con una costruzione particolare afferma che la memoria non è come il tempo che lenisce e cancella il dolore; la memoria conserva vivo il dolore che " ritorna anche se non vuoi/ dagli anfratti del tempo..../ e sanguina come ferita recente / ... E' come il sole, che ( anche se ) non lo vedi, c'è /...la memoria è come un cane da guardia / a cuccia oltre la siepe / c'è ed ogni tanto un guaito / per dire che fa buona guardia. "
Le emozioni, che hanno graffiato in profondità l'anima e la carne, come dicono i francesi, sono penetrate nella pelle, sono vivide e sanguinanti, incancellabili che riemergono con il mutare del tempo.
Nei volumetti di liriche " L'erba Maligna", " Poesie di volti e memorie" e " Oltre l'Orizzonte " ( a cui si fa riferimento e vengono citate in questo mini-saggio )ci sono molti testi, metafore , similitudini che tentano di descrivere , circoscrivere e definire questo " terreno" e la sua funzione. Nella lirica "Fine estate" ( Lanterna Sul Mondo- Eranova Editrice) la memoria è come un pozzo d'acqua, come un film, una cineteca che ci permette di rivedere le immagini della vita; come armadio ( armadio della memoria) " (1) con faldoni di suggestioni, di emozioni rivissute in relazione alle circostanze che si risvegliano dal torpore del tempo; come cassapanca in soffitta ( 3 ),; " Ha memoria del tempo il silenzio come il sorbo" ( ha memoria del tempo 1); infine " Scrivo le parole come salgono dal serbatoio della memoria " ( " non sono un poeta ") (2). " la memoria ( rosario di ricordi) si srotola come matassa di lana da vesti dismesse con i suoi nodi che se spingi appena più forte, il filo si rompe", ( Cadono silenzi (1). Fra tutte le metafore e similitudini, la matassa di lana, o meglio groviglio di fili multicolori, sbiaditi dal tempo connota di molti significati in maniera magistrale la memoria: racchiude i tanti frammenti della vita , la levità e il lavorio nel dipanarli e dare forma ad essi come le mamme, strette dalla necessità, le davano forme di coperte con l'uncinetto.
La ricerca di delineare i contorni e l'ambito e l'essenza della memoria si srotola nel tempo, ma senza mai raggiungere la meta in modo del tutto esauriente. E così, anche i ricordi , le emozioni, le sensazioni , i sogni di andare oltre, poichè il loro riaffiorare è mutevole in relazione alle circostanze, assumono forme armonie e ritmi sempre nuovi e diversi e allo stesso tempo, uguali. Il poeta è essenzialmente un evocatore di sogni, di ansie, di emozioni di ogni genere che si sono impresse nella sua mente, nel suo cuore, nella sua carne, ferite cicatrizzate dell'infanzia e della adolescenza che sempre si riaprono e provocano un impercettibile dolore indicibile.
Il Restivo, travagliato dai frammenti di vita vissuta in continua fermentazione come il magma nelle viscere dell'Etna, fumatore incallito, che non gli danno requie, a questo passato dà voce, ritmo dà forma, poetica suggestiva mediante figure retoriche del tutto originali.
Il poeta parla di sé e del suo lavoro intellettuale in molte liriche sparse in " Poesie di volti e memorie" "L'erba Maligna" e " Oltre l'orizzonte"; di se dice di essere " solo un piccolo artigiano" / che non sa ancora/ dove comincia e dove finisce il verso/ ( Non sono un poeta " ): L'autore tenta di schermarsi , il suo volto sembra velarsi di timidezze, di titubanze a considerarsi poeta; più volte afferma e ribadisce " Io non sono poeta". Forse questa ritrosia deriva dai rimbrotti della madre preoccupata del suo futuro e di sua moglie allarmata per la sua testa fra le nuvole poiché di poesia non si campa.
E però in alcune liriche di " Poesie di volti e memorie" si mostra spavaldo come in " Basta un foglio di carta/...una vecchia fotografia /... una cartolina illustrata... /e le fantasia ../. Per Restivo scrivere versi è di fondamentale importanza per vivere, è come il pane bagnato di sudore, fatica e dolore.
( " Che mi resta / se non posso scrivere ) (1). La poesia è una medicina, " non è un toccasana/ per tutte le malattie/. E' come lo sciroppo... rende vivibile la vita" ; per vincere la noia, per ingannare la solitudine, " per stampare/ nella memoria i momenti più belli.../ per lasciare un'orma/.. nel libro/ ...delle presenze..." ( Perché scrivo ) (1) ; per sognare con lo spirito di un bambino o di un adolescente.
Il Restivo indica anche il tempo in cui è possibile poetare e traccia anche un criterio di valutazione per cernere la poesia dalla non poesia. Come per Quasimodo e la Merini, anche per il Nostro, il poeta lavora di notte alla luce di un a lampada da tavolo, quando si spengono gli stridii della strade e si quietano le anbasce della vita quotidiana. ( Non sono un poeta). E un testo, è poetico, quando " la gente che passa e legge ....vede il castello di sogno " ( Una poesia ).
Il poeta Restivo poiché la sua poesia scaturisce dalle pulsioni della memoria in continua ebollizione, non riesce a dare forma e armonia definitiva al flusso di emozioni che risalgono alla superficie dal lontano passato; non riesce ad aggettivarle e staccarsene una volta per tutte; tende a ritornare su se stesso, a dare forme sempre nuove, a ripetersi anche nel linguaggio, diverse espressioni ritornano spesso come " sole inclemente". Le liriche tendono a frantumarsi in frammenti con deboli nessi; ma prevale la musicalità di suoni e immagini che emoziona il lettore.
Nelle tre raccolte si percepisce l'eco della poesia Leopardiana e Pascoliana e del novecento, in particolare di Quasimodo. Le tematiche sono numerose, la riflessione che il poeta fa su se stesso,la funzione della poesia e il ruolo della memoria, Racalmuto e la campagna assolata arsa simile al deserto, l'alone o caligine dei sogni che avvolge e mai si dissolve del tutto.
La poesia di Restivo suscita emozioni , sensazioni nell'animo del lettore, lasciando graffi profondi con immagini simboli figure retoriche sorprendenti straordinarie al di là dell'immaginario quotidiano
Nella lirica " Dopo il temporale" viene colta una correlazione tra il temporale e la festa, sconcertante che avvia nella mente il processo di comprensione profonda dei due eventi proprio per la loro dissimilitudine e dissonanza; e ancora viene messa in risalto la contrapposizione tra il giorno di festa, animato dalle luminarie dai suoni ad alto volume e dall'albero della cuccagna, e i giorni successivi " per i sentieri della vita/ lunghi e tortuosi".
Le liriche "L'erba maligna" e " Che cosa è la poesia "ci parlano di politica e di una correlazione tra poesia e politica. A quale poeta o scrittore è mai venuto in mente di metterle a confronto, di intravedere una correlazione, di inglobarle nello stesso insieme? A nessuno !: Per il poeta Restivo la poesia e la politica con la P maiuscola hanno qualche cosa in comune, sono simili in quanto mescolano " / realtà e fantasia/ aiutano a vivere " tra sogno e realtà".../ anche quando il vento si avventura tra le case / con fulmini e tuoni e scrosci di burrasca/". Eppure c'è una profonda differenza : la poesia non fa danni, la politica invece si, è come "l'erba maligna"n che infesta i campi coltivati distruggendone i raccolti, quando è fatta da imbonitori. Gli uomini politici, " come sirene a cavallo di invisibili onde (televisive) arrivano " con promesse di paradisi/ non ancora inventati/; ad essi vengono contrapposti i contadini che li ascoltano e cercano di salvare il salvabile andando a curare i campi. Ecco due insiemi di immagini correlate e contrapposte che scuotono l'animo e la mente. E ricche di connotazioni sono le similitudini della memoria paragonate al sole, al cane di guardia, contrapposta al tempo che scorre e lascia dietro di se i vissuti, e anche le metafore della lirica " Non sono un poeta" ( una lirica compatta articolata molto significativa tradotta e pubblicata sulla rivista rumena " Orizont Literar Contmporan" Bucarest.
Infine " Lettera a Dio" ( Poesie di volti e memorie- un volumetto di liriche pubblicate in formato prosa) è una lirica straordinaria limpida chiara, scaturita dal profondo palpitante dell'intimo del poeta. E' un gioiello nello stile nel linguaggio nella tematica. Ogni parola, ogni segno si trova al posto giusto; se fosse apportata qualche limatura, il testo ne soffrirebbe.
Le parole scaturiscono dallo strato più vivo e puro che ribolle nelle profondità del nostro intimo; non è inquinato da reminiscenze letterarie che a volte aiutano a dare forma al pensiero e a volte lo spengono.. E' una lettera familiare a Dio con tante domande semplici e innocenti che da bambini ci ponevano e ponevamo alla mamma alla nonna agli altri e a Dio, volendo afferrare il mistero della vita e della morte. E il poeta se le propone e le ripropone di nuovo rivolgendosi a Dio e anche se non avrà risposte " rotto il silenzio...ti scriverò ancora" In tutta la lirica circola la freschezza e un candore da incato che rende lievi e liberi dagli affanni.
------Le emozioni,le sensazioni, le immagini, le visioni, le idee si impressionano negli occhi e nella mente e fanno intravedere un universo complesso nella sua meraviglia originaria, un universo reso vivibile dalla poesia che aiuta a ritrovare e rinsaldare le radici del vivere .
" La vita/ non è sogno/ma senza/ sogni/ non sarebbe vita (1); a dare loro vita e cullarci in essi ci aiuta la poesia.
Note :(1) Poesie di volti e memorie
Note (2) Oltre l'orizzonte
Senza numeri L'erba maligna per lo più
MATTEO TROIANO
Il testo prende il titolo della prima poesia "L'erba Maligna". Un aggettivo che caratterizza l'Italia contemporanea in preda agli imbonitori , venditori di giuggiole.
"L'erba Maligna" è il canto di un uomo giunto sul viale del tramonto coperto di scricchiolanti foglie gialle percorso dal lento andare di un uomo appesantito dagli anni e dalla corsa a scavezzacollo di un ragazzo: due immagini l'una specchio dell'altra, che si distinguono, si contrappongono e si fondono.(1).
E' il canto del poeta che ansante, come un vecchio treno a vapore, ancorchè " in grado ancora di percorrere strade ferrate", sta per giungere al deposito , dopo avere " percorso strade e trazzere/...
/inseguito sogni e illusioni / ed amori /; dopo aver poetato, inventando mari .../ lidi e porti / per evadere, andare oltre l'orizzonte del cerchio di colline" soffocanti. ( 2)
Ma il poeta è attaccato alla vita : con grande gioia e un profondo respiro di sollievo nella lirica " Sai che c'è di nuovo ? / c'è che siamo ancora qui a ricamare sogni/...con il cuore oltre l'ostacolo /; e ancora nella lirica " Meno male" che c'è il cielo /... che c'è il sole...sorridente ...anche quando non si vede..../ la sera / con i suoi tramonti accesi/ e poi diventa notte.../ il buio.../ le stelle in cielo.../ per consolarti di non essere solo nell'universo/ che fa paura ed è impossibile capire quanto è grande.
E vorrebbe tenere lontana nel tempo da sè il più possibile la signora vestita di nero con il falcione.
Come Bertoldo voleva scegliere l'albero da cui penzolare, nella lirica " Se..." il poeta vorrebbe scegliere il tempo in cui la signora vestita di nero dovrebbe agguantarlo avvolgerlo e portarlo chissà dove. E lo esprime questo desiderio insoddisfattibile con il candore e il lamento di un fanciullo che
tenta difendersi: non in un giorno d'estate " non in un giorno di pioggia" " Nè di sera tardi.../ nemmeno di mattina.../e certo non di domenica/; forse in una giornata di primavera, tra aprile e maggio con le prescrizioni sopra elencate. In " Varianti " (1), sulla scia di Jannacci del " Vengo anch'io" conclude
" Variante sette:non esiste". Se non posso assistere da vivo/ e godermi lo spettacolo/ rinunzio.
Davanti allo specchio nella lirica " Tu chi sei" -si interroga- ombra o fantasma...dai capelli bianchi.../
su un viso disegnato di rughe/...se sei ombra e mi segui/ non importa/ fa che ti ritrovi solo/ riflesso negli specchi/ ove raramente mi soffermo".
E manifesta di ignorare lo stato di anzianità e di volersi sentire e percepire ancora giovane.
Il poeta Restivo non è attaccato solo alla vita in sè e per sè con una visione filosofica e letteraria oscillante tra la non credenza ed il mistero a cui nessuno è in grado di dare una risposta, è legato al suo passato segnato dall'anelito ad evadere da Racalmuto chiuso da una cerchia di colline e legato profondamente alla sua terra siciliana da soffrire tanto, quando è lontano , da avere il " Mal d'Africa"
(1) d Sicilia. Si ha la sensazione dolorosa di un uomo troppo ripiegato su se stesso.
La fonte della poesia Restiviana è la memoria contrapposta al tempo.
Nella lirica " La memoria" il poeta con una costruzione particolare afferma che la memoria non è come il tempo che lenisce e cancella il dolore; la memoria conserva vivo il dolore che " ritorna anche se non vuoi/ dagli anfratti del tempo..../ e sanguina come ferita recente / ... E' come il sole, che ( anche se ) non lo vedi, c'è /...la memoria è come un cane da guardia / a cuccia oltre la siepe / c'è ed ogni tanto un guaito / per dire che fa buona guardia. "
Le emozioni, che hanno graffiato in profondità l'anima e la carne, come dicono i francesi, sono penetrate nella pelle, sono vivide e sanguinanti, incancellabili che riemergono con il mutare del tempo.
Nei volumetti di liriche " L'erba Maligna", " Poesie di volti e memorie" e " Oltre l'Orizzonte " ( a cui si fa riferimento e vengono citate in questo mini-saggio )ci sono molti testi, metafore , similitudini che tentano di descrivere , circoscrivere e definire questo " terreno" e la sua funzione. Nella lirica "Fine estate" ( Lanterna Sul Mondo- Eranova Editrice) la memoria è come un pozzo d'acqua, come un film, una cineteca che ci permette di rivedere le immagini della vita; come armadio ( armadio della memoria) " (1) con faldoni di suggestioni, di emozioni rivissute in relazione alle circostanze che si risvegliano dal torpore del tempo; come cassapanca in soffitta ( 3 ),; " Ha memoria del tempo il silenzio come il sorbo" ( ha memoria del tempo 1); infine " Scrivo le parole come salgono dal serbatoio della memoria " ( " non sono un poeta ") (2). " la memoria ( rosario di ricordi) si srotola come matassa di lana da vesti dismesse con i suoi nodi che se spingi appena più forte, il filo si rompe", ( Cadono silenzi (1). Fra tutte le metafore e similitudini, la matassa di lana, o meglio groviglio di fili multicolori, sbiaditi dal tempo connota di molti significati in maniera magistrale la memoria: racchiude i tanti frammenti della vita , la levità e il lavorio nel dipanarli e dare forma ad essi come le mamme, strette dalla necessità, le davano forme di coperte con l'uncinetto.
La ricerca di delineare i contorni e l'ambito e l'essenza della memoria si srotola nel tempo, ma senza mai raggiungere la meta in modo del tutto esauriente. E così, anche i ricordi , le emozioni, le sensazioni , i sogni di andare oltre, poichè il loro riaffiorare è mutevole in relazione alle circostanze, assumono forme armonie e ritmi sempre nuovi e diversi e allo stesso tempo, uguali. Il poeta è essenzialmente un evocatore di sogni, di ansie, di emozioni di ogni genere che si sono impresse nella sua mente, nel suo cuore, nella sua carne, ferite cicatrizzate dell'infanzia e della adolescenza che sempre si riaprono e provocano un impercettibile dolore indicibile.
Il Restivo, travagliato dai frammenti di vita vissuta in continua fermentazione come il magma nelle viscere dell'Etna, fumatore incallito, che non gli danno requie, a questo passato dà voce, ritmo dà forma, poetica suggestiva mediante figure retoriche del tutto originali.
Il poeta parla di sé e del suo lavoro intellettuale in molte liriche sparse in " Poesie di volti e memorie" "L'erba Maligna" e " Oltre l'orizzonte"; di se dice di essere " solo un piccolo artigiano" / che non sa ancora/ dove comincia e dove finisce il verso/ ( Non sono un poeta " ): L'autore tenta di schermarsi , il suo volto sembra velarsi di timidezze, di titubanze a considerarsi poeta; più volte afferma e ribadisce " Io non sono poeta". Forse questa ritrosia deriva dai rimbrotti della madre preoccupata del suo futuro e di sua moglie allarmata per la sua testa fra le nuvole poiché di poesia non si campa.
E però in alcune liriche di " Poesie di volti e memorie" si mostra spavaldo come in " Basta un foglio di carta/...una vecchia fotografia /... una cartolina illustrata... /e le fantasia ../. Per Restivo scrivere versi è di fondamentale importanza per vivere, è come il pane bagnato di sudore, fatica e dolore.
( " Che mi resta / se non posso scrivere ) (1). La poesia è una medicina, " non è un toccasana/ per tutte le malattie/. E' come lo sciroppo... rende vivibile la vita" ; per vincere la noia, per ingannare la solitudine, " per stampare/ nella memoria i momenti più belli.../ per lasciare un'orma/.. nel libro/ ...delle presenze..." ( Perché scrivo ) (1) ; per sognare con lo spirito di un bambino o di un adolescente.
Il Restivo indica anche il tempo in cui è possibile poetare e traccia anche un criterio di valutazione per cernere la poesia dalla non poesia. Come per Quasimodo e la Merini, anche per il Nostro, il poeta lavora di notte alla luce di un a lampada da tavolo, quando si spengono gli stridii della strade e si quietano le anbasce della vita quotidiana. ( Non sono un poeta). E un testo, è poetico, quando " la gente che passa e legge ....vede il castello di sogno " ( Una poesia ).
Il poeta Restivo poiché la sua poesia scaturisce dalle pulsioni della memoria in continua ebollizione, non riesce a dare forma e armonia definitiva al flusso di emozioni che risalgono alla superficie dal lontano passato; non riesce ad aggettivarle e staccarsene una volta per tutte; tende a ritornare su se stesso, a dare forme sempre nuove, a ripetersi anche nel linguaggio, diverse espressioni ritornano spesso come " sole inclemente". Le liriche tendono a frantumarsi in frammenti con deboli nessi; ma prevale la musicalità di suoni e immagini che emoziona il lettore.
Nelle tre raccolte si percepisce l'eco della poesia Leopardiana e Pascoliana e del novecento, in particolare di Quasimodo. Le tematiche sono numerose, la riflessione che il poeta fa su se stesso,la funzione della poesia e il ruolo della memoria, Racalmuto e la campagna assolata arsa simile al deserto, l'alone o caligine dei sogni che avvolge e mai si dissolve del tutto.
La poesia di Restivo suscita emozioni , sensazioni nell'animo del lettore, lasciando graffi profondi con immagini simboli figure retoriche sorprendenti straordinarie al di là dell'immaginario quotidiano
Nella lirica " Dopo il temporale" viene colta una correlazione tra il temporale e la festa, sconcertante che avvia nella mente il processo di comprensione profonda dei due eventi proprio per la loro dissimilitudine e dissonanza; e ancora viene messa in risalto la contrapposizione tra il giorno di festa, animato dalle luminarie dai suoni ad alto volume e dall'albero della cuccagna, e i giorni successivi " per i sentieri della vita/ lunghi e tortuosi".
Le liriche "L'erba maligna" e " Che cosa è la poesia "ci parlano di politica e di una correlazione tra poesia e politica. A quale poeta o scrittore è mai venuto in mente di metterle a confronto, di intravedere una correlazione, di inglobarle nello stesso insieme? A nessuno !: Per il poeta Restivo la poesia e la politica con la P maiuscola hanno qualche cosa in comune, sono simili in quanto mescolano " / realtà e fantasia/ aiutano a vivere " tra sogno e realtà".../ anche quando il vento si avventura tra le case / con fulmini e tuoni e scrosci di burrasca/". Eppure c'è una profonda differenza : la poesia non fa danni, la politica invece si, è come "l'erba maligna"n che infesta i campi coltivati distruggendone i raccolti, quando è fatta da imbonitori. Gli uomini politici, " come sirene a cavallo di invisibili onde (televisive) arrivano " con promesse di paradisi/ non ancora inventati/; ad essi vengono contrapposti i contadini che li ascoltano e cercano di salvare il salvabile andando a curare i campi. Ecco due insiemi di immagini correlate e contrapposte che scuotono l'animo e la mente. E ricche di connotazioni sono le similitudini della memoria paragonate al sole, al cane di guardia, contrapposta al tempo che scorre e lascia dietro di se i vissuti, e anche le metafore della lirica " Non sono un poeta" ( una lirica compatta articolata molto significativa tradotta e pubblicata sulla rivista rumena " Orizont Literar Contmporan" Bucarest.
Infine " Lettera a Dio" ( Poesie di volti e memorie- un volumetto di liriche pubblicate in formato prosa) è una lirica straordinaria limpida chiara, scaturita dal profondo palpitante dell'intimo del poeta. E' un gioiello nello stile nel linguaggio nella tematica. Ogni parola, ogni segno si trova al posto giusto; se fosse apportata qualche limatura, il testo ne soffrirebbe.
Le parole scaturiscono dallo strato più vivo e puro che ribolle nelle profondità del nostro intimo; non è inquinato da reminiscenze letterarie che a volte aiutano a dare forma al pensiero e a volte lo spengono.. E' una lettera familiare a Dio con tante domande semplici e innocenti che da bambini ci ponevano e ponevamo alla mamma alla nonna agli altri e a Dio, volendo afferrare il mistero della vita e della morte. E il poeta se le propone e le ripropone di nuovo rivolgendosi a Dio e anche se non avrà risposte " rotto il silenzio...ti scriverò ancora" In tutta la lirica circola la freschezza e un candore da incato che rende lievi e liberi dagli affanni.
------Le emozioni,le sensazioni, le immagini, le visioni, le idee si impressionano negli occhi e nella mente e fanno intravedere un universo complesso nella sua meraviglia originaria, un universo reso vivibile dalla poesia che aiuta a ritrovare e rinsaldare le radici del vivere .
" La vita/ non è sogno/ma senza/ sogni/ non sarebbe vita (1); a dare loro vita e cullarci in essi ci aiuta la poesia.
Note :(1) Poesie di volti e memorie
Note (2) Oltre l'orizzonte
Senza numeri L'erba maligna per lo più
MATTEO TROIANO
domenica 8 marzo 2015
archivio e pensamenti: NON DIMENTICHIAMOLI. Giovani caduti in guerra, non...
archivio e pensamenti: NON DIMENTICHIAMOLI. Giovani caduti in guerra, non...: Trusciteddra: fagottino ricavato da un fazzoletto con le quattro nocche annodate NON DIMENTICHIAMOLI. Giovani caduti in gue...
venerdì 6 marzo 2015
giovedì 5 marzo 2015
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